di Marina Crisafi - Salvata in extremis l'indennità di disoccupazione per i collaboratori iscritti alla gestione separata. Dopo la doccia fredda di ieri mattina dell'Inps che aveva comunicato che la misura cessata al 31 dicembre 2016 non era stata prorogata, e mentre già i sindacati alzavano le barricate, nel pomeriggio è arrivata la "smentita" del Governo. Che, per bocca del ministro Poletti, ha fatto sapere che un emendamento, da inserire in sede di conversione in legge del d.l. Milleproroghe, garantirà "la continuità dell'erogazione della Dis.Coll, con la finalità di collegare la normativa in essere fino al 31 dicembre 2016 ad una specifica previsione strutturale, da definire all'interno della legge delega sul lavoro autonomo non imprenditoriale attualmente all'esame della Camera".
Insomma una norma "ponte", che salva per ora l'indennità istituita dal governo Renzi con il Jobs Act nel 2015 e successivamente prorogata nel 2016, sempre in via sperimentale, che prevede che il richiedente riceva un importo mensile, uguale alla metà dei mesi di contribuzione (compresi tra l'1 gennaio dell'anno solare precedente la fine del contratto e l'evento stesso) fino a un massimo di 6 mesi.
Per quest'anno quindi, ci sarà la copertura (di 20 milioni fino a luglio), ma si attende che l'ammortizzatore diventi strutturale e ciò dovrebbe avvenire, come affermato dal ministro Poletti, attraverso un emendamento al ddl sul lavoro autonomo attualmente all'esame della commissione lavoro della Camera. Per finanziare una Dis-Coll
permanente, però, si dovrà intervenire sulle aliquote assistenziali degli iscritti alla gestione separata (oggi pari allo 0,72%), mentre non si toccherebbe quella contributiva che la legge di bilancio di quest'anno ha sterilizzato al 25%. • Foto: 123rf.com