Il Governo approva lo schema di decreto attuativo della direttiva UE che rende più facile l'acquisizione internazionale delle prove

di Marina Crisafi - Più facile la caccia alle prove penali nell'Eurozona. Ieri, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, lo schema di decreto legislativo che attua la direttiva europea 2014/41/UE (qui sotto allegato). 

Con il provvedimento viene introdotto nell'ordinamento italiano "l'ordine di indagine europeo" che, stando alle intenzioni dell'esecutivo, dovrà diventare un "fondamentale strumento di cooperazione giudiziaria penale con i Paesi dell'Unione, destinato a facilitare la collaborazione e il coordinamento degli organi di investigazione per il contrasto alla criminalità transnazionale".

Lo strumento, opererà sia nella fase delle indagini che in quella successiva all'esercizio dell'azione penale e consentirà, si legge nella nota di Palazzo Chigi, "la diretta corrispondenza tra le autorità competenti dei diversi Stati in materia di sequestro, intercettazioni, ascolto di persone, acquisizione di informazioni presso banche e istituti finanziari".

Sul piano processuale, l'ordine di indagine consentirà di rendere più rapida la raccolta delle prove penali e più agevole la loro circolazione e utilizzazione sul territorio dell'Unione, sulla base del principio del mutuo riconoscimento.

Il provvedimento completa, infine, l'adeguamento dell'ordinamento interno sul fronte della cooperazione giudiziaria penale, già avviata con l'attuazione di diverse decisioni-quadro e direttive, in tema "di reciproco riconoscimento dei provvedimenti giudiziari, di prevenzione dei conflitti di giurisdizione in ambito Ue e di operatività delle squadre investigative comuni".

Schema di decreto attuativo direttiva UE

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