di Lucia Izzo - Il testo del decreto legislativo per la delega riguardante il "sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni" incassa il parere positivo delle commissioni di Camera e Senato e si avvia verso l'approvazione definitiva. Ciò significa, come riporta "Il Messaggero," che già dall'anno scolastico 2017-2018 potranno entrare in vigore le modifiche dedicate ad asili nido e scuole dell'infanzia.
Una riforma che ha lo scopo di riorganizzare il sistema scolastico da 0 a 6 anni in maniera uniforme da Nord a Sud, per consentire alle singole realtà locali di offrire scuole e asili efficienti e a portata delle famiglie. In particolare, più posti per i bambini nei nidi potrebbero avvicinare l'Italia agli standard europei richiesti: Lisbona, infatti, punta al 33%, mentre l'Italia è ferma al 17% dei posti negli asili nido pubblici, con divergenze notevoli lungo lo stivale.
Ancora, si punta a offrire un servizio che garantisca una continuità educativa per i bambini che passano dai servizi 0-3 (nidi, micronidi e spazi gioco) alle scuole dell'infanzia statali e paritarie.
Maestre laureate
Una delle prime "innovazioni" riguarderà i titoli di accesso per l'insegnamento nei nidi e nelle scuole materne. Le educatrici nei nidi non potranno più limitarsi a un diploma regionale come puericultrici, ma dovranno essere in possesso di laurea triennale; per le maestre dell'infanzia, invece, sarà richiesta la laurea magistrale. Infine, il docente per l'infanzia che voglia svolgere esperienza nel nido dovrà acquisire altri 60 crediti formativi universitari.
Il cambiamento non coinvolgerà il personale già impiegato, ma sarà alla base del prossimo reclutamento destinato a inserire personale specializzato nelle strutture: in particolare, il settore educativo della primissima infanzia non sarà più ricompreso nel welfare, ma diventerà parte integrante del settore dell'istruzione e della formazione.
Gli stanziamenti
Per realizzare gli obiettivi della riforma, saranno stanziati fondi pari a 670 milioni di euro destinati ad attivare nuovi posti di lavoro, in particolar modo nei nidi che sono ancora troppo pochi e non forniscono copertura adeguata per i più piccoli, come invece richiederebbe l'Unione Europea entro il 2020.
Gli stanziamenti verranno erogati ai singoli comuni, affinché gli Enti locali possano potenziale il servizio sul territorio: stante le discrepanze esistenti tra regione e regione, le quote saranno distribuite in maniera inversamente proporzionale rispetto alla presenza delle classi già esistenti.
Con il potenziamento del servizio nazionale, il Govereno punta a raggiungere il 100% dei bambini dai 3 ai 6 anni per quanto riguarda la scuola materna, e almeno i 3/4 dei Comuni presenti sul territorio nazionale.
Bonus asili nido
Ancora, come incentivo per le famiglie, si è previsto un bonus da 150 euro per chi iscriverà i figli all'asilo, il cui funzionamento dovrebbe essere simile a quello dei buoni pasto. Il voucher esentasse sarà a discrezione delle imprese pubbliche e private che potranno erogarlo direttamente ai propri dipendenti che iscriveranno il bambino in una struttura educativa dell'infanzia.
La somma sarà spendibile nei nidi accreditati o a gestione comunale poiché l'incentivo punta a rendere meno gravosi gli oneri delle famiglie relativi alle tariffe dei nidi che spesso arrivano addirittura ai 500 euro al mese. Non è ancora chiaro se il bonus sarà percepibile da entrambi i genitori laddove l'azienda decida di versarlo, raggiungendo così la somma complessiva di 300 euro, e soprattutto se sarà cumulabile con il c.d. bonus nido.
Questa misura, prevista dalla scorsa legge di bilancio, offre 1000 euro da corrispondersi in 11 mensilità, erogate direttamente dall'Inps ai genitori che hanno deciso di iscrivere i piccoli presso gli asili nido (per approfondimenti: Asili nido: via al bonus di mille euro).
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