di Redazione - Negli ultimi tempi, a seguito della recente emanazione delle linee guida del Tribunale di Brindisi in merito all'affidamento materialmente condiviso da entrambi i genitori (sul quale leggi: "Affido condiviso: addio al collocamento prevalente"), l'addio al collocamento prevalente disposto da tale ufficio sta facendo molto discutere, in un dibattito che vede contrapposti coloro che lo considerano un potenziale danno per i minori e coloro che, invece, vedono in esso una solida garanzia di uno sviluppo equilibrato dei piccoli.
Per la Società Italiana Scienze Forensi, però, non ci sono dubbi: la physical joint custody va preferita a quella in cui l'affidamento è delegato prevalentemente a un solo genitore.
Più in particolare, sostiene la Sisf in un comunicato, "l'affidamento materialmente condiviso è da intendersi - come - la migliore realizzazione delle esigenze della prole di usufruire di una equilibrata relazione emotivo-relazionale con le due figure genitoriali".
Del resto, come dimostra l'esperienza di altri paesi anche culturalmente vicini all'Italia, esso ridurrebbe le probabilità di perdere il contatto con un genitore dopo la separazione e favorirebbe la crescita armoniosa della prole. Ma non solo, ribadiscono gli scienziati forensi, l'affidamento con tempi equipollenti da trascorrere con ciascun genitore "permetterebbe anche una potenziale diminuzione della conflittualità all'interno della coppia genitoriale che si vedrebbe depauperata da tutte quelle motivazioni, a volte futili e strumentali, che alimentano, anche tramite denunce, l'impasse genitoriale".
Insomma, l'affidamento materialmente condiviso, concludono dalla Sisf, "restituisce una migliore sistemazione alla famiglia divisa" e va favorito.
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