di Marina Crisafi - Corsie preferenziali nei concorsi pubblici per i medici non obiettori e rinuncia automatica all'incarico per il sanitario che dichiara di esserlo dopo l'assunzione. Sono queste le principali novità del disegno di legge recante "Disposizioni in materia di obiezione di coscienza relativa all'interruzione volontaria di gravidanza", presentato a fine febbraio alla Camera e ora all'esame della commissione affari sociali.
La bacchettata dell'Onu all'Italia
Il testo (qui sotto allegato) si innesca pienamente nel dibattito sulle difficoltà di accedere all'aborto nel nostro Paese, a causa dell'elevato numero di medici obiettori. Difficoltà che proprio in questi giorni hanno fatto meritare all'Italia la "bacchettata" da parte del Comitato dei diritti umani dell'Onu, che ha caldeggiato l'adozione delle misure necessarie a garantire "un accesso tempestivo e senza ostacoli ai servizi di aborto legale sul territorio, e stabilire anche punti di riferimento effettivi per le donne in cerca di strutture" in grado di assicurare il servizio.
I dati sugli obiettori
I dati, evidenziati nella relazione al ddl, mostrano un elevatissimo tasso di obiezione di coscienza tra il personale sanitario, che rende praticamente inattuato il dettato della legge n. 194/1978: ossia, mediamente il 70% dei ginecologi, quasi il 50% degli anestesisti e oltre il 46% del personale non medico. E i livelli aumentano in alcune aree del Paese, arrivando al 90% in Molise, all'80% in Sicilia e ad oltre il 70% in Calabria e in Veneto.
Ma non solo. C'è da tenere in conto, proseguono i relatori, anche il fenomeno della c.d. "obiezione di struttura", che coinvolge circa il 35% delle strutture italiane in violazione dell'art. 9 della legge 194 che obbliga gli enti ospedalieri e le case di cura ad assicurare l'effettuazione degli interventi di interruzione di gravidanza richiesti e che "costringe molte donne a spostarsi per centinaia di chilometri".
La proposta di legge
Tutto ciò, comporta, concludono i relatori del ddl, "l'estrema difficoltà, se non l'impossibilità, per il Servizio sanitario nazionale, di garantire la libertà di scelta delle donne alla maternità responsabile e all'interruzione volontaria di gravidanza riconosciuta dalla legge", con un, consequenziale, "ritorno agli aborti clandestini".
Da qui la proposta di legge che contiene misure tese a favorire la piena applicazione della legge n. 194, "su tutto il territorio nazionale, nel rispetto del principio di libertà in materia di maternità e paternità responsabili e del riconoscimento della libera scelta e del diritto alla salute delle donne".
Le novità del ddl
Il testo, composto da un unico articolo, prevede innanzitutto che nelle procedure di concorso pubbliche, i candidati medici dichiarino in forma scritta se sono obiettori di coscienza ex art. 9 legge n. 194.
Viene previsto, altresì, che nelle graduatorie per il conferimento dell'incarico professionale, il non aver sollevato obiezione di coscienza costituisca "anche in virtù del mero riconoscimento dell'attività professionale eventualmente svolta in supplenza, titolo di preferenza ai fini del punteggio attribuito ai candidati".
Per chi, invece, si dichiara obiettore, solo successivamente all'assunzione, la dichiarazione comporta automaticamente la rinuncia all'incarico nella struttura sanitaria, con consequenziale trasferimento in altra sede anche fuori regione.
Ddl obiezione di coscienza
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