di Lucia Izzo - Pronto l'addio agli studi di settore: saranno approvati entro dicembre 2017 i primi 70 indici sintetici di affidabilità, mentre per i restanti 80 bisognerà attendere il 2018. Lo ha confermato il presidente dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel corso di un'audizione alla Camera sul contrasto all'evasione fiscale.
I nuovi ISA consentiranno di valutare i non solo il grado di affidabilità dei ricavi, ma anche del valore aggiunto e del reddito, in relazione agli addetti. Gli indici sintetici di affidabilità si comporranno di un insieme di indicatori elementari di affidabilità e di anomalia che consentiranno il posizionamento dei contribuenti su una scala da 1 a 10, in base al loro livello di affidabilità fiscale (per approfondimenti: Addio agli studi di settore dal 2018)
In particolare, gli aspetti analizzati dagli ISA riguarderanno l'attendibilità di relazioni e rapporti tra grandezze di natura contabile e strutturale, tipici per il settore e/o per il modello organizzativo di riferimento, mentre gli indicatori elementari di anomalia valutano incongruenze e situazioni di normalità/coerenza del profilo contabile e gestionale che presentano carattere atipico rispetto al settore e al modello organizzativo cui sono riferiti.
Per i contribuenti "affidabili", virtuosi agli occhi del fisco (per approfondimenti: Professionisti e partite Iva: arrivano i voti del fisco) saranno garantiti significativi benefici premiali, ad esempio l'esclusione dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici.
Proprio in relazione ai benefici, l'Agenzia rivela di essere al lavoro al fine di individuarli, graduarli in relazione alla semplificazione degli adempimenti, all'esclusione dei controlli, con particolare riguardo agli accertamenti basati su presunzioni o elementi indicativi di capacità contributiva e di riduzione dei termini di decadenza per l'attività di accertamento.
Nel corso dell'audizione, si è altresì sottolineato il risultato positivo raggiunto in relazione all'evasione fiscale. Il 2016 si è rivelato l'anno in cui l'Agenzia ha ottenuto il maggior risultato mai conseguito dalla sua istituzione, con il recupero di ben 19 miliardi di euro. Un incremento di circa il 28% rispetto al 2015, che già era risultato un anno record rispetto ai precedenti.