di Gabriella Lax - Obbligo di origine sull'etichetta per latte e formaggi. Scatta da domani per il latte e per i prodotti lattiero caseari realizzati in Italia l'indicazione obbligatoria circa la provenienza della materia prima. Il prossimo prodotto per cui sarà previsto l'obbligo sarà il riso. Entra in vigore infatti domani 19 aprile il decreto "Indicazione dell'origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari", in attuazione del regolamento UE firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 15 dello scorso 19 gennaio (qui sotto allegato).
L'indicazione è lo strumento che dovrebbe permettere al consumatore di scegliere, senza più inganni, la provenienza di latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Il provvedimento ha completato il suo iter in Europa e in Italia e si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. All'Ansa di una «svolta storica che permetterà di inaugurare un rapporto più trasparente e sicuro tra allevatori, produttori e consumatori» ha parlato il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, che lotta perché questo modello si affermi a livello europeo.
Il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l'origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile.
Le diciture utilizzate saranno le seguenti: "Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte" e "Paese di condizionamento o trasformazione" o il nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte. Se il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una sola dicitura: ad esempio "Origine del latte: Italia". Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: "Latte di Paesi UE", se la mungitura avviene in uno o più paesi europei; "Latte condizionato o trasformato in Paesi UE", se queste fasi avvengono in uno o più paesi europei. Invece se le operazioni avvengono al di fuori dell'Ue la dicitura sarà "Paesi non Ue". Dal novero sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato.
Decreto Latte• Foto: 123rf.com