di Lucia Izzo - Solo pochi giorni fa il ddl Autonomi ha ricevuto il sì del Senato divenendo legge a seguito di un percorso durato 15 mesi. Molte le novità che riguarderanno non solo i lavoratori autonomi ma anche la gestione flessibile del lavoro, con l'ingresso ufficiale nel nostro ordinamento del cd. lavoro agile o smart-working (per approfondimenti: Avvocati e professionisti: il Ddl autonomi è legge).
La nuova legge ha altresì previsto una delega al Governo quanto all'ampliamento delle competenze delle professioni ordinistiche, in particolare individuando gli atti pubblici che a queste potranno essere devoluti: in particolare l'art. 5 afferma che dovranno essere individuati "atti delle amministrazioni pubbliche che possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in Ordini", una disposizione che ha lo scopo di alleggerire il carico di lavoro degli Uffici amministrativi aprendo così nuovi scenari ai professionisti.
Marina Calderone, alla guida del Cup e dei Consulenti del lavoro ha dichiarato al Sole24Ore che "Non si tratta solo di una devoluzione di funzioni pubbliche alle categorie, ma di una valorizzazione dei professionisti che assumeranno così responsabilità importanti".
Atti pubblici: le proposte degli avvocati
Nonostante la delega abbia dato tempo un anno per il decreto riguardante le attività devolute, i professionisti accolgono con favore la novità e i primi a mettersi all'opera per presentare a Palazzo Chigi le proprie proposte sono stati avvocati e consulenti del lavoro.
Nell'elenco presentato dai legali sono ricompresi, ad esempio, evidenzia il Sole24Ore, l'estensione della negoziazione assistita alle controversie di lavoro, l'assunzione di prove testimoniali e per interpello, l'autenticazione di firma, l'esercizio delle funzioni di commissario ad acta, la remissione di querele, la notifica dell'atto di pignoramento, l'accettazione dell'eredità.
Gli atti pubblici degli altri professionisti
I consulenti, invece, hanno puntato al collocamento e alla certificazione dei Ccnl, ma soprattutto mirano all'ampliamento della Seco, l'asseverazione di regolarità di tutto il rapporto di lavoro oltre che a conquistare un ruolo fondamentale nell'ambito delle comunicazioni obbligatorie per le aziende.
Ma queste non sono le uniche categorie attualmente al lavoro, poiché anche commercialisti, geometri e architetti stanno predisponendo elenchi di proposte riguardanti gli atti pubblici del proprio ambito per i quali sarebbero pronti alla devoluzione.
Le novità del ddl Concorrenza
I professionisti, inoltre, sono interessati anche da quanto previsto dal Ddl Concorrenza, ora alla Camera e ancora in fase di approvazione dopo il sì del Senato (per approfondimenti: Ddl concorrenza: sì della Camera. Ora la parola passa al Senato). La riforma interesserà notai, avvocati, farmacisti, ingegneri e odontoiatri poichè la normativa potrà rideterminare la distribuzione delle partite IVA.
In particolare, il ddl impone maggiore trasparenza e concorrenza nelle professioni ordinistiche. A partire dagli avvocati che potranno far parte di più associazioni professionali ed esercitare l'attività in forma societaria e che avranno l'obbligo di presentare sempre il preventivo scritto al cliente.
Disposizione estesa a tutti i professionisti che avranno anche l'onere di indicare i titoli e le specializzazioni possedute.
Quanto alle farmacie, ne potranno essere tiolari anche società dei capitali, i cui soci potranno anche non essere farmacisti, fermo restando che la direzione dell'attività andrà assegnata a un farmacista. anche non socio.Per i notai, cambierà il numero e la distribuzione sul territorio nazionale (un professionista ogni 5mila abitanti) e norme ad hoc disciplineranno le società tra odontoiatri.