L'Aiga esprime contrarietà al regolamento per la ricerca di avvocati esterni per il Gruppo Equitalia e invita ad azione congiunta

di Marina Crisafi - I requisiti previsti dal regolamento pubblicato da Equitalia per la formazione di un elenco di avvocati esterni cui affidare incarichi di rappresentanza e difesa in giudizio "sviliscono, ancora una volta, i principi di dignità, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza che dovrebbero informare il rapporto professionale". Così l'Aiga, in una nota a firma del proprio presidente, Michele Vaira, esprimendo forte contrarietà all'iniziativa della società di riscossione e comunicando il proprio intervento a fianco dell'azione promossa innanzi al Tar Lazio dai Consigli dell'ordine di Napoli e Roma.

Avvocati, i requisiti richiesti da Equitalia

La selezione pubblicata da Equitalia lo scorso 28 aprile, si ricorda, è indirizzata ad avvocati in possesso di determinati requisiti, tra cui: l'iscrizione al momento della presentazione della domanda, all'albo da almeno 5 anni; il non aver avuto procedimenti disciplinari conclusi con l'irrogazione della sanzione della sospensione; l'essere in regola con i crediti formativi; l'essere in possesso, al momento del conferimento dell'incarico, di adeguata polizza assicurativa a copertura dei rischi derivanti dall'attività professionale; di una struttura organizzativa idonea allo svolgimento dell'incarico (ivi compresi collaboratori e segretaria).

Non solo. Il gruppo richiede che l'avvocato abbia conseguito, negli ultimi tre anni solari, un volume d'affari pari ad almeno 100mila euro (escluse Iva e Cpa), di cui almeno 50mila relativamente ad attività analoghe a quelle della specifica sezione per cui chiede l'iscrizione.

Ed è proprio quest'ultimo requisito ad aver scatenato le maggiori polemiche in seno alla categoria, provocando anche un'azione congiunta innanzi al Tar Lazio da parte dei Coa di Napoli e Roma.

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Aiga, 100mila euro di reddito penalizzano i giovani avvocati

Una previsione, quella relativa al fatturato, rincarano i giovani avvocati che stride, "specie in un periodo di grave e prolungata crisi economica - e che, di fatto - penalizza ed esclude proprio le fasce più giovani dell'avvocatura".

I criteri di selezione, "ingiustificatamente incentrati sul volume di affari, peraltro, esulano dalla garanzia di 'competenza e professionalità' cui l'Ente in parola dovrebbe puntare, allo scopo di garantire una consapevole distribuzione degli incarichi ed una effettiva e sostanziale tutela dei cittadini" prosegue l'Aiga.

Da qui, l'invito ad un intervento immediato da parte di tutte le rappresentanze istituzionali dell'avvocatura, "a tutela del regolare, giusto e limpido esercizio della attività difensiva e, nel caso specifico, del diritto di tutti gli avvocati di poter concorrere al patrocinio degli enti pubblici", e l'annuncio del proprio intervento "ad adiuvandum rispetto alla azione congiunta promossa dai Consigli dell'Ordine degli Avvocati di Napoli e Roma innanzi al Tar Lazio".


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