di Gabriella Lax - Niente più fiori freschi o piante ornamentali per onorare i defunti nei cimiteri. Con l'estate tornano in tante città i divieti relativi al verde, in vigore dal primo giugno e per 4 mesi. La ratio dei provvedimenti è che col gran caldo le piante ed i fiori si deteriorano e si decompongono con facilità ed in breve tempo producendo danni all'ambiente circostante. È Coldiretti a lanciare l'allarme contro le ordinanze di sindaci (soprattutto del Sud Italia) di Casagiove (Caserta) Supersano (Lecce), Giugliano (Napoli), Sarno (Salerno) e molte altre dove sono state pubblicate sui siti istituzionali e ben visibili all'ingresso dei cimiteri.
Ordinanza che nuoce all'economia
Un'assurdità per l'associazione dei coltivatori, come riporta Il Messaggero, perché si contrasta «inquinamento provocato da un fiore che appassisce, mentre in molte delle nostre città sono sempre più frequenti le piccole discariche a cielo aperto provocate dai rifiuti che escono fuori dai cassonetti e che per giorni nessuno passa a raccogliere».
L'altro paradosso è che il divieto possa scattare dopo il mese dei fiori per eccellenza, maggio. Oltre alle ragioni giudicate assurde del divieto ci sono ripercussioni in termini economici. Per Coldiretti infatti si tratta di una limitazione che non farà certo bene all'Italia che è tra i leader nella produzione di piante e fiori in Europa con un "giardino" che copre oltre 30.000 ettari di terreno che si estende dal sud al nord e dalla pianura, alla collina, fino alla montagna. Un settore che vale oltre 2,4 miliardi di euro con circa centomila addetti e un saldo attivo tra export ed import di oltre 180 milioni di euro.
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