di Gabriella Lax - Ultime ore per usufruire del bonus cultura. Scadrà oggi il termine per registrarsi sulla piattaforma www.18app.it e richiedere così il bonus da 500 euro concesso dal ministero della Cultura per i giovani del 1998 che sono diventati maggiorenni nel 2016. Soldi da spendere a piacere per accedere a cinema, teatri, per visite ai musei, mostre, musica e libri.
Come richiedere il bonus cultura di 500 euro
Il primo passaggio per poter spendere i 500 euro è quello di ottenere lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale) ovvero le credenziali con cui accedere ai servizi della pubblica amministrazione.
Per registrarsi è necessario possedere un indirizzo email, un numero di telefono cellulare, un documento di identità valido (carta di identità o passaporto) e la tessera sanitaria (di cui ti potrebbe essere chiesta una foto da allegare). I ragazzi potranno completare l'identificazione anche di persona, negli uffici del provider scelto. Grazie allo Spid si può accedere a 18app.it per ottenere i buoni: l'iscrizione al sito serve per tracciare il percorso dei 500 euro.
Ai beneficiari sarà quindi attribuita una carta elettronica utilizzabile, attraverso buoni di spesa, presso le strutture inserite in un apposito elenco. Si ricorda che i buoni di spesa sono generati dal beneficiario, che deve inserire i dati richiesti sulla piattaforma elettronica e possono essere anche stampati. Quando l'esercizio commerciale o il luogo culturale accreditato accetterà il voucher, si ridurrà automaticamente il credito disponibile.
Bonus cultura: la finanza scopre le truffe
C'è chi però ha approfittato del bonus per truffare lo Stato. È il caso dei commercianti che hanno dato soldi (pochi per la verità) al posto di libri. Queste le risultanze di un'indagine della Guardia di Finanza che messo in allerta con una circolare i comandi regionali per scoprire gli illeciti e sollecitare controlli. Nei casi di specie, riporta Il Sole24Ore piuttosto che vendere i beni acquistabili dai giovani con la carta preparata, i commercianti concedono ai ragazzi denaro contante per un importo inferiore rispetto al valore del "finto" acquisto. Trattasi in questo caso di «illecito vantaggio in danno del bilancio pubblico». In altri casi invece ai ragazzi sono stati venduti beni non previsti nell'elenco di quelli ammessi al bonus, come ad esempio i telefoni cellulari.
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