Lei fa lavori umili e non ha una 'specifica professionalità'? Il marito, in caso di separazione, è tenuto a mantenerla, anche da pensionato e con introiti al di sotto dei 1500 euro mensili. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha condannato Giuseppe M., un marito romano pensionato, a versare mensilmente alla ex moglie Angioletta, di professione colf, un assegno divorzile di 250 euro al mese, rivalutabile secondo gli aumenti Istat. Per la Suprema Corte, a nulla rileva il fatto che il marito sia a riposo dalla sua attività e percepisca una pensione inferiore ai 1500 euro mensili: la moglie deve essere mantenuta perchè, avendo sempre svolto lavori umili, manca di una "specifica professionalità", idonea a dimostrare che Angioletta "non gode di mezzi idonei a consentirle di conservare il precedente tenore di vita". cassazione: spacciò uno spinello di hashish, condannato minorenne 2,5 euro di stupefacente ma il ragazzo va punito.
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