Sono troppo 'favorevoli', anche in relazione 'all'attuale coscienza sociale', le pene inflitte a quei genitori che abbandonano i figli. La presa di posizione nei confronti di una tendenza tristemente diffusa arriva dalla Corte di Cassazione che, affrontando il caso di due salernitani coinvolti in una vicenda di sostituzione di due neonate, non si lascia sfuggire l'occasione per affrontare questo allarme sociale. Parlando della tutela che deve essere riservata al neonato in nome del 'bene fondamentale' quale e' 'la vita', la Sesta sezione penale lamenta il 'trattamento estremamente favorevole riservato all'abbandono di neonato' previsto dall'art. 568 del codice penale. Una denuncia che la Suprema Corte fa alla luce del fatto che 'nella coscienza sociale, in tutto il sistema penale e nella cultura occidentale il bene fondamentale e' la vita'. L''omicidio', dice in proposito piazza Cavour, 'e' il piu' grave delitto', eppure, deve ammettere, 'il delitto di alterazione dello stato civile' nei casi di sostituzione di un neonato' viene 'punito piu' gravemente dell'infanticidio in caso d'abbandono materiale o morale: la madre che, in tale condizione, attribuisca un falso stato al neonato subito dopo il parto, affidandolo al falso padre', secondo il nostro codice 'commette un delitto piu' grave della madre che, in identiche condizioni lo sopprima'.
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