di Marina Crisafi - In arrivo il certificato di stabilità obbligatorio per comprare e vendere immobili. Lo ha annunciato in un'intervista a Repubblica il ministro per le infrastrutture Graziano Del Rio. La novità dovrebbe arrivare già con la prossima legge di stabilità, prevedendo, appunto, la certificazione statica dell'edificio o dell'abitazione direttamente nei contratti di compravendita immobiliare.
Il fascicolo di stabilità obbligatorio
Una novità che prende le mosse dalla tragedia avvenuta nei giorni scorsi in seguito al crollo della palazzina a Torre Annunziata, che ha causato la morte di 8 persone, e che riaccende i riflettori sul problema dei rischi di un patrimonio immobiliare nazionale spesso fatiscente.
Un problema che "da vent'anni si cerca inutilmente di affrontare" e che ora potrebbe trovare una soluzione nell'introduzione del cosiddetto libretto o certificato di stabilità.
Così "com'è obbligatoria la certificazione energetica, nei contratti d'affitto o di compravendita lo sarà anche quella statica", dice semplicemente il ministro.
Stabilità case: il nodo dei costi
L'introduzione del libretto del fabbricato, in grado di certificare lo stato reale delle nostre abitazioni, è stata sempre bloccata per via dei costi. Ma questa motivazione "da qualche tempo - afferma il ministro - è venuta meno". Grazie al sisma bonus ora è possibile fare le analisi delle condizioni statiche degli immobili "con la possibilità di detrarre fiscalmente fino all'85% delle spese sostenute. Il beneficio, inoltre, continua Del Rio - può essere goduto in tutto il Paese, perché l'Italia intera è di fatto sismica, e c'è anche la possibilità di cedere a chi fa il lavoro il credito fiscale nei confronti dello Stato".
Sinora, dunque, non avendo "potuto imporre per legge il libretto del fabbricato - spiega ancora il ministro - abbiamo cercato di rendere appetibile con gli incentivi l'esame e l'adeguamento statico degli immobili". A questo punto, però, conclude "si rende necessario un salto di qualità culturale dei proprietari".
I dati del resto parlano chiaro: secondo Confartigianato e Istat sono ben 2 milioni in tutta Italia le abitazioni a rischio, ossia il 6,4% dei 31 milioni censiti al catasto.
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