di Gabriella Lax - C'è anche quella sull'ombra delle tende parasole sul suolo pubblico tra le tante tasse inutili che pagano gli italiani, come risulta da un'indagine della Cgia sui dati Istat, per conto di "Affari e Finanza". Un sistema fiscale quello del nostro Paese che, in realtà, trae la grandissima parte del suo sostentamento da dieci imposte: Irpef, Iva, Ires, Irap, Imu e poche altre che riescono a coprire più dell'85% del gettito italiano, ossia a 421 miliardi su entrate complessive per 493 miliardi. Così le restanti 90 tasse recuperano poco meno del 15%.
Le variegate tasse inutili
Gli esempi sono tanti. Dalla tenda parasole sulla porta di un esercizio commerciale che fa ombra sul marciapiedi (e che dunque serve per pagare l'ombra), sulla quale ci aveva provato (invano) il comune di Conegliano cercando di imporre una tassa da 30 euro l'anno - alle somme da pagare per hotel e esercizi per esporre le bandiere italiane (e di altri paesi), senza contare le tasse sugli zerbini.
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Queste tasse nascono come Tosap ovvero tassa per l'occupazione del suolo pubblico. L'idea alla base è che se si sottraggono porzioni di territorio di tutti per farne un uso privato bisogna pagare.
Sulla morte, le tasse da pagare sono addirittura tre: la prima per avere il certificato che constati il decesso, propedeutica ad adempimenti successivi (pensioni e conti correnti); la seconda su funerali, trasporto salme, e l'ultima ancora su cimiteri, sepolture ed eventuale cremazione.
E poi ci sono tasse storiche come l'accisa per il finanziamento per la guerra in Etiopia (1935) oppure quella sul terremoto del Belice (1968), il terremoto del Friuli (1976) e quello dell'Irpinia (1980), il finanziamento della crisi di Suez (1956). Sono ben 17 e distribuite negli anni, e incidono sul costo della benzina.
Anche avere un hobby può essere molto costoso: c'è la tassa sul bollo della raccolta funghi, sulla pesca oltre che sul cinema e sul teatro solo per citarne alcune.
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