di Marina Crisafi - La vexata quaestio delle nomine dirigenziali nelle agenzie fiscali non sembra trovare soluzione. Nonostante la moltitudine di sentenze "della giustizia ordinaria, amministrativa e costituzionale (in particolare, la sentenza della Corte costituzionale n. 37 del 2015) - non si comprende - come mai ad oggi non siano intervenuti provvedimenti del governo consequenziali a tali verdetti e si continui a consentire tali atti discrezionali, che sono inaccettabili in una pubblica amministrazione e che vanno contro ogni principio di uno Stato di diritto". Sono le parole di Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia- Alleanza Nazionale), primo firmatario dell'ennesima interrogazione presentata alla Camera il 10 luglio scorso sulla questione delle attribuzioni di funzioni dirigenziali illegittime.
La sentenza del Tribunale di Roma
Una richiesta "rinverdita" dall'ennesima sentenza (la n. 4882/2017 del Tribunale di Roma) che ha dichiarato illegittimo tra l'altro "il provvedimento di delega delle funzioni dirigenziali presso l'Agenzia delle dogane e dei monopoli «nella parte in cui consente ai Dirigenti degli uffici di livello dirigenziale non generale di delegare le funzioni relative agli uffici di cui hanno assunto la direzione interinale anche a funzionari in servizio presso Uffici diversi da quelli per cui è stata prevista la delega di funzioni»".
Da qui la presentazione della recente interrogazione, per chiedere all'esecutivo, "se e quali iniziative intenda adottare per contrastare tali illegittimità".
Dirstat: di proroga in proroga si contrastano gli interessi di chi attende da 15 anni un concorso legittimo
A dare man forte alla richiesta parlamentare è la Dirstat, il sindacato dei dirigenti e direttivi della P.A., che in una nota del vicesegretario nazionale Pietro Paolo Boiano, invita al ripristino, "dopo tanti anni di anomalie" della legalità.
La recente sentenza del tribunale di Roma "che interessa l'Agenzia delle Dogane e Monopoli conferma - scrive Boiano - che le posizioni organizzative altro non sono che la prosecuzione degli incarichi dirigenziali dichiarati illegittimi dalla Consulta".
Va detto, prosegue, "che la Corte Costituzionale aveva dato precise indicazioni - ovvero - concorsi e nelle more affidamento di reggenze ai più elevati in grado. Purtroppo il governo con l'istituzione delle Pos-Pot ha vanificato gli effetti della sentenza" facendo sì che "di proroghe in proroghe siamo giunti al 2018 per le regolari procedure selettive, il che chiaramente contrasta con gli interessi di coloro i quali attendono da oltre 15 anni di poter partecipare ad un concorso".
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