di Gabriella Lax - Un microchip nella mano che sostituisce il badge. È la Three Market Square, del Wisconsin, la prima impresa negli Usa che ha proposto l'inserimento nelle mani dei dipendenti di impianti della grandezza di un chicco di riso.
Microchip al posto del badge
Già 50 persone su 85 hanno accettato di diventare lavoratori-cyborg. Nessuno è obbligato, l'adesione è assolutamente volontaria. Il microchip, che costa circa 300 dollari, consentirà al lavoratore di entrare in azienda senza utilizzare il badge, semplicemente avvicinando la mano ai sensori. Allo stesso modo i dipendenti microcippati potranno interagire con i computer e comprare cibo e bevande come se si utilizzasse una carta di credito contactless.
La novità è partita lo scorso 1 agosto. I chip sono stati inseriti tra il pollice e l'indice della mano con un rapido intervento nel corso di un 'chip party' organizzato dall'azienda nel quartier generale di River Falls.
Come funziona l'impianto
Il chip è un dispositivo di identificazione a radiofrequenza a circuiti integrati o transponder RFID incapsulati in un involucro di vetro. Nel caso di specie può essere usato per acquistare i prodotti venduti dai distributori della 32M, ma il suo utilizzo è potenzialmente illimitato. Dall'impresa arrivano rassicurazioni per i dipendenti indecisi: «Non ci consente di seguire i movimenti degli impiegati. Le informazioni che contiene sono criptate, perciò la privacy è assicurata». Infine, chi ci ripensa, potrà comunque farlo rimuovere nel giro di qualche secondo.
I precedenti in Europa
L'idea di un chip al posto del badge in realtà era partita dal Belgio, dove un'azienda di marketing digitale, la Newfusion ha fatto impiantare ad alcuni dipendenti il microprocessore con funzione di badge, per consentire loro di aprire le porte dell'ufficio e accedere al proprio pc.
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Il dispositivo ha la grandezza di un chicco di riso ed è stato collocato sulla mano (tra il pollice e l'indice) di 8 volontari. Un precedente simile era stato registrato anche in altri Stati Usa. Secondo le stime, sarebbero 30-50mila le persone che hanno installato un chip sottocutaneo a livello mondiale. Il dispositivo elettronico (brevettato dallo scienziato britannico Warwick alla fine degli anni '90), lungo pochi millimetri e iniettato nei tessuti grassi, consente di "taggare" l'individuo (attraverso le radiofrequenze, come quelle utilizzate dagli smartphone), effettuando il suo riconoscimento e consentendogli così di entrare in un luogo (dall'abitazione all'ufficio al parcheggio), di accedere ad un pc, ecc. In futuro, tale tecnologia potrebbe avere anche applicazioni mediche.
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