di Lucia Izzo - In Italia la cultura costa cara, come dimostrano i costi delle tasse universitarie, sempre più elevati e spesso non conformi alla legge. Ne è una riprova quanto emerso dai dati analizzati da Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) che posizionano l'Italia sul podio delle tasse universitarie più elevate, dietro Inghilterra e Paesi Bassi.
Costi che non rispecchiano affatto servizi migliori rispetto alle altre università europee, anzi, solo uno studente su cinque beneficia di borse di studio e il divario tra gli atenei del Nord e del Sud è evidente. E difatti, l'Italia è tra i fanalini di coda per numero di laureati in UE (24%) rispetto alla media Ocse (37%).
La no tax area
Una situazione che il Governo ha tentato di arginare nel recente "student act", come previsto dall'ultima legge di Bilancio (n. 232/2016) stabilendo, tra le altre novità in materia, una "no tax area" per gli studenti in famiglie con ISEE inferiore ai 13mila euro, i quali verranno esentati dal prossimo anno dal pagamento delle tasse universitarie (esclusi imposta regionale e bollo). Esenzione che potrà essere mantenuta solo dimostrando di essere in corso e aver maturato un determinato numero di crediti.
Limiti alla contribuzione studentesca
Non solo le tasse universitarie sono spesso eccessive, ma addirittura si può arrivare al punto che queste siano da dichiararsi illegittime. La legge, infatti, dispone dei "Limiti alla contribuzione studentesca", precisamente all'art. 5 del d.P.R. n. 306/1997.
La lettera della norma evidenzia che la contribuzione studentesca non può eccedere il 20% dell'importo del finanziamento ordinario dello Stato ovvero il budget erogato alle Università a mezzo del c.d. "Fondo di Finanziamento Ordinario" (FFO). Tasse che superano di questa percentuale quanto gli Atenei ricevono dallo Stato per la gestione universitaria non sono dunque legittime.
Di fatto questo limite è stato travalicato da numerose università italiane nel corso degli anni, tanto da ottenere dai propri studenti somme eccedenti rispetto a quanto sarebbe stato consentito incassare.
Tasse universitarie fuorilegge: al via i rimborsi
In effetti molti si sono accorti che gli importi delle proprie tasse stavano diventando spropositati, ad esempio gli studenti dell'Università di Pavia che nel 2010 hanno adito prima il TAR competente e poi il Consiglio di Stato tramite denuncia presentata dal Coordinamento per il Diritto allo studio (Udu). E i giudici hanno dato loro ragione condannando l'ateneo al rimorso di 8 milioni di euro di tasse pagate in eccesso.
Inutile il tentativo di "arginare il danno" operato dal Governo Monti che, nel 2012, ha introdotto un emendamento di "spending review" in cui stabiliva che dal conteggio globale relativo al budget erogato alle Università, di cui tener conto per i limiti di tassazione, andava "scorporato" il gettito proveniente dagli studenti fuori corso.
Tuttavia, questo correttivo ha lasciato impregiudicata la situazione antecedente alla sua entrata in vigore, sicchè va ritenuto che tutti coloro che a partire dall'anno accademico 2007/2008 fino al 2012/2013 continuano ad avere diritto al rimborso delle somme pagate in eccedenza.
Un assunto condiviso anche dai giudici del Consiglio di Stato (sentenza n. 1832/2016) che hanno ritenuto che l'Ateneo lombardo avesse superato il limite di tassazione del 20% rispetto al FFO, precisando, quanto all'emendamento a firma del Governo Monti, che "la norma, per regola generale, non può trovare applicazione all'ambito temporale di riferimento della presente controversia" che nel caso specifico era riferita all'anno 2011.
I dati raccolti dalle associazioni studentesche e pubblicati dal MIUR nel corso degli anni mostrano numerose Università italiane "fuorilegge", che avrebbero tassato gli studenti sforando la soglia del 20%. In particolare, questi sono gli atenei che mostrano le percentuali di sforamento maggiormente elevate ed eccedenti di misura i limiti di legge:
- Università degli Studi Insubria Varese-Como;
- Università degli Studi di Bologna;
- Università degli Studi di Bergamo;
- Università degli Studi di Milano,;
- Università degli Studi di Milano Bicocca;
- Politecnico di Milano ;
- Università "Ca Foscari" di Venezia;
- Università IUAV di Venezia ;
- Università degli Studi di Padova;
- Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
- Università degli Studi di Torino;
- Università degli Studi di Verona;
- Università degli Studi di Ferrara;
- Università degli Studi di Pavia;
L'assetto così delineato apre alla possibilità di richiedere tutela legale innanzi ai Tribunali per le tasse eccedenti in relazione a un elevato numero di atenei che si troverebbero nella situazione di dover risarcire gli studenti per milioni di euro per le tasse pagate in eccedenza fino al 2013. Molti sono gli studi legali e le associazioni che promettono vere e proprie class action per l'ottenimento dei rimborsi.
Un diritto che spetterebbe a tutti coloro che, a partire dall'anno accademico 2007/2008 (termine ordinario di prescrizione dell'azione di ripetizione di indebito), fino al 2012/2013 hanno pagato tasse universitarie agli Atenei che mostrano irregolarità di bilancio: questi, come l'Università di Pavia potrebbero vedersi costretti a rimborsare per migliori di euro i propri studenti.