Gli emendamenti al Ddl sulla ristorazione collettiva introducono l'obbligatorietà del servizio mensa a scuola

di Lucia Izzo - La mensa scolastica potrebbe presto diventare obbligatoria. Lo prevede il disegno di legge n. 2037 recante "Disposizioni in materia di servizi di ristorazione collettiva", attualmente al vaglio delle competenti commissioni al Senato.


Dopo i recenti provvedimenti del Ministero (per approfondimenti: Scuola: il ministero dice sì al panino da casa) e della Corte d'Appello di Torino (per approfondimenti: Mensa scolastica non obbligatoria: si può portare il panino da casa), che avevano aperto uno spiraglio sull'affrancamento del "pasto preparato a casa", sembra profilarsi all'orizzonte la definitiva conclusione della diatriba tra mensa e "panino" : la prima diventerebbe definitivamente obbligatoria, il secondo non più consentito.


Il testo si occupa di disciplinare i servizi di ristorazione in generale, non solo scolastica, bensì anche ospedaliera e assistenziale, allo scopo di uniformare la legislazione italiana a quella dell'Unione Europea, in particolare per quanto riguarda l'affidamento e lo svolgimento dei servizi di ristorazione.


Tuttavia, l'ultima bozza del ddl, che dovrà prima passare al vaglio della Commissione Agricoltura e poi a quello del'Istruzione, prima di giungere in Aula, è al centro dell'attenzione per la sua idoneità a imporre l'obbligatorietà della mensa scolastica. 

Mensa scolastica parte integrante delle attività formative

Nel mirino, in particolare, l'art. 5 del disegno di legge che si occupa di disciplinare i servizi di ristorazione non solo scolastica, bensì anche ospedaliera e assistenziale. In sostanza, un emendamento alla norma potrebbe stabilire che "i servizi di ristorazione scolastica sono parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche".


È bastata questa modifica per provocare la dura reazione dei genitori "anti-mensa" che minacciano di spostare i figli dalla sezione "tempo pieno" a quella normale, per non essere obbligati a sottostare agli alimenti forniti dalla ditta che ha vinto l'appalto. Si tratta di una questione di qualità e di costi, sottolineano i dissenzienti, che alimenta altresì l'iniquità tra le famiglie stante i diversi "prezzi" del servizio mensa nelle diverse regioni italiane.


Tra i possibili emendamenti, inoltre, emerge anche la possibilità di superare le disparità regionali, introducendo un costo del pasto a carico dell'utente del servizio di ristorazione non superiore ai 5 euro e di migliorare il livello igienico sanitario del momento del pasto predisponendo negli istituti spazi adeguati per il consumo.


Ancora, tra gli emendamenti al d.d.l. spunta una norma che introdurrebbe addirittura delle "Commissioni mensa", al fine di favorire la partecipazione degli utenti e avviare un confronto costante e dialettico tra i diversi attori della ristorazione scolastica.

Selezione dell'offerta: prevale il principio della qualità

Il disegno di legge si occupa anche di disciplinare i criteri dell'appalto, ma, nonostante sia espressamente indicata la strada dell'offerta più vantaggiosa, secondo i relatori prevarrebbe ugualmente il principio della qualità, che dovrebbe portare a migliorare il livello del servizio.


Il d.d.l. stesso richiama parametri di qualità che possono essere riferiti, tra l'altro, a indici di valorizzazione di offerte di alimenti a filiera corta, all'utilizzo di prodotti alimentari biologici e a ridotto impatto ambientale, valorizzando le imprese agricole che dispongono di autonome piattaforme alimentari e tenendo conto altresì delle allergie e intolleranze alimentari, quali la celiachia.


All'uopo, alcuni emendamenti propongono al Governo di valutare l'opportunità di porre in essere un atto di regolazione a carattere generale finalizzato a individuare gli strumenti utilizzabili dalle stazioni appaltanti per gestire efficacemente tali procedure e raggiungere gli obiettivi prefissati.


Lo scopo è quello di un miglioramento effettivo del servizio offerto che potrebbe passare per l'inserimento nei bandi di gara di elementi necessari a definire in modo obiettivo e puntuale il contenuto dei requisiti richiesti e consentire una efficace verifica del possesso degli stessi.


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