Ma per le associazioni dei call center la nuova legge abolirà 20mila posti di lavoro

di Marina Crisafi - Sono in arrivo maggiori strumenti per difendersi dalle chiamate indesiderate che ormai assillano senza sosta su telefoni fissi e dispositivi mobili gli italiani. Il disegno di legge contro il telemarketing selvaggio, approvato dalla commissione lavori pubblici del Senato nei giorni scorsi (leggi: Telemarketing: addio alle chiamate indesiderate), prevede infatti una serie di tutele tra cui l'istituzione di un prefisso unico nazionale per tutti i call center che renderebbe così immediatamente riconoscibile il mittente, evitando così di dover rispondere se non si desidera o anche di rifiutare la chiamata. 

Le novità del ddl contro il telemarketing selvaggio

Non solo. Il ddl recante "nuove disposizioni in materia di iscrizione e funzionamento del registro delle opposizioni e istituzione di un prefisso unico nazionale per le chiamate telefoniche a scopo promozionale e di ricerche di mercato" (sotto allegato) allargherà anche il registro delle opposizioni, consentendo ai cittadini di chiedere l'iscrizione per tutte le proprie utenze sia fisse che mobili, negando l'utilizzo dei dati personali.

Gli operatori che utilizzano i sistemi di pubblicità telefonica e di vendita telefonica o che compiono ricerche di mercato o comunicazioni commerciali telefoniche, prevede, infatti, il provvedimento, "hanno l'obbligo di consultare mensilmente, e comunque precedentemente all'inizio di ogni campagna promozionale, il registro pubblico delle opposizioni e di provvedere all'aggiornamento delle proprie liste".

Call center: la norma abolirà 20mila posti di lavoro

Ma se, per il senatore Jonny Crosio, primo firmatario del ddl, la nuova legge oltre a tutelare i cittadini "da proposte e vendite telefoniche che spesso rasentano lo stalking - salvaguarderà - al contempo le aziende di un settore che dà lavoro a decine di migliaia di persone", non la pensano così le associazioni del settore.

L'approvazione al Senato "del disegno di legge che promette l'istituzione del prefisso unico per tutti i call center impegnati nel lavoro di telemarketing, rischia di compromettere l'intero settore mettendo a rischio più di 20mila posti di lavoro", sostiene, infatti, in una nota Assocontact, l'associazione che rappresenta le società che gestiscono i servizi di Contact Center.

"Il prefisso unico - poi aggiunge l'associazione - non risolverà di certo il problema del telemarketing selvaggio". Anzi, "le chiamate con le proposte commerciali si mischieranno a quelle moleste con un grave danno per il consumatore e l'operatore telefonico che non sarà messo nelle condizioni di poter svolgere serenamente il proprio lavoro".

Se il ddl passerà anche alla Camera, rincara Assocontact, "di fatto non permetterà alle aziende di contattare direttamente i propri clienti e, anzi, continuerà a gettare discredito all'intero settore". "Il risultato che si persegue attraverso questa norma - prosegue il presidente Paolo Sarzana - è solo la fine delle attività di telemarketing. A queste condizioni le aziende saranno costrette ad investire su altri canali e forme di vendita".

Ma la "commissione lavori pubblici non ha voluto tenere conto delle nostre proposte", commenta ancora Sarzana, sottolineando come il ddl sia arrivato "proprio dopo che le parti sindacali hanno firmato un accordo con Assocontact e le associazioni di categoria per cercare di migliorare le condizioni dei lavoratori che appartengono a questo comparto strategico, mentre ora saranno a rischio oltre 20mila posti di lavoro". Assocontact in ogni caso, conclude Sarzana, si dichiara "pronta a collaborare con le associazioni dei consumatori, gli operatori e i committenti nelle sedi istituzionali per risolvere il problema delle chiamate moleste".

Intanto, sul ddl, l'ultima parola spetta alla Camera, ormai dopo la pausa estiva.

Ddl telemarketing

Foto: 123rf.com
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