Dopo le parole del premier Gentiloni alla vigilia del meeting di Rimini si riaccendono le polemiche sul ddl cittadinanza

di Marina Crisafi - "Noi abbiamo un lascito inestimabile di valori, di idee, di leggi. Per custodire al meglio questo patrimonio dobbiamo scegliere il dialogo e l'inclusione". Sono le parole del premier Gentiloni, in un intervento su "Il sussidiario.net" alla vigilia della partecipazione al meeting di Rimini, che hanno immediatamente riacceso i riflettori (e le polemiche) sul ddl cittadinanza all'esame del Parlamento.

Ius soli: Gentiloni, conquista di civiltà

"Dobbiamo ricordare, ad esempio, che diventando cittadini italiani si acquisiscono diritti ma anche doveri. E che garantire questa possibilità ai figli degli immigrati nati in Italia è una conquista di civiltà e un modo per valorizzare e arricchire la nostra identità" prosegue il premier aggiungendo che "il concetto di cittadinanza in un mondo che cambia non va confuso con la mancanza di certezze". Andare verso una "società più aperta e multietnica non deve comportare una rinuncia allanostra sicurezza e ai nostri stili di vita. Su questo punto - ha concluso infatti Gentiloni - le istituzioni democratiche si giocano una parte fondamentale della loro credibilità".

Chiaramente le parole del primo ministro hanno risollevato il polverone tra i vari schieramenti, tra chi sostiene vi siano altre priorità e maggior bisogno di sicurezza, e chi invece dà pieno sostegno e chiede l'avvio della discussione sul ddl in aula già a partire da settembre.

I contenuti del ddl Cittadinanza

Il provvedimento, all'esame del Senato, si ricorda, amplia i criteri per ottenere la cittadinanza italiana, e riguarda in particolare i minori nati in Italia da genitori stranieri o arrivati nel Paese da bambini.

In base al ddl, potrà diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri, se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Tra i requisiti richiesti, laddove il genitore del minore sia extracomunitario vi sono altresì: un reddito non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale; la disponibilità di un alloggio; il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana. In ogni caso, serve una dichiarazione di volontà di un genitore o di chi esercita la responsabilità genitoriale, da presentare al comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. In mancanza della dichiarazione, chi vuole diventare cittadino italiano può farne richiesta entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

https://www.studiocataldi.it/articoli/archiviati/26494-ius-soli-come-funziona-la-nuova-legge-sulla-cittadinanza.asp


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