di Gabriella Lax - Il superticket sulla sanità è da abolire, ma come fare? Quanto costerebbe riconsiderare il meccanismo per contenere i costi per gli assistiti che si rivolgono al sistema pubblico?
A questi interrogativi cerca di trovare una soluzione la maggioranza che, come riporta l'Ansa, chiede risposte al governo a partire dalla risoluzione sulla nota di aggiornamento al Def.
La risoluzione vorrebbe, nel triennio 2018-2020, "un complesso di interventi in materia sanitaria" compreso un incremento delle risorse in conto capitale per gli investimenti in sanità.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiarisce che il Governo è al lavoro «ormai da più di un anno ad una ridefinizione del superticket in Italia in modo più equo». Sarà difficile eliminarlo perché costerebbe fino a 1 miliardo di euro, per cui la soluzione sarebbe quella di ritoccarne i criteri di applicazione. In ogni caso non si tratterebbe solo di rivedere il superticket ma lo stesso meccanismo della compartecipazione alla spesa secondo princìpi di equità, solidarietà e universalismo senza ridurre il gettito finanziario di quasi 3 miliardi l'anno, di cui le regioni non potrebbero fare a meno.
Che cos'è il superticket?
Il superticket è un tributo, introdotto nel 2007 dal governo Prodi ma rimasto inapplicato fino al 2011. Esso prevede il pagamento di 10 euro di ticket su ogni ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica. Ciascuna regione può decidere se e come applicarlo. Tant'è che alcune regioni hanno deciso di modularlo in base al reddito o al tipo di servizio, mentre altre, come la Valle d'Aosta hanno scelto di non adottarlo. Anche in Sardegna non si paga così come nella provincia di Trento e Bolzano e in Basilicata. Il superticket invece si applica nel Lazio, nel Friuli Venezia Giulia, in Liguria, Marche, Molise, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria. In particolare, in Campania, Piemonte e Lombardia il superticket viene applicato in maniera progressiva all'aumentare del valore della ricetta mentre viene modulato in base al reddito in Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Toscana.
I soggetti esenti dal superticket
Non devono pagare il superticket bambini ed anziani con redditi familiari sotto i 36.150 euro annui, disoccupati, pensionati sociali e pensionati al minimo e i loro familiari a carico, con basso reddito, malati cronici e cittadini affetti da malattie rare in possesso dell'attestato dell'Asl, invalidi civili, di guerra, per lavoro e servizio.
Superticket da sostituire con un altro balzello?
Su questo fronte è impegnata Cittadinanzattiva, presente nelle piazze di 110 città, impegnata in una raccolta di firme (sono già oltre quarantamila) per chiedere l'abolizione del superticket. Accedere a risorse sostitutive del superticket è il vero problema poiché, dai numeri rilevati, servirebbero 834 milioni di euro, poca cosa rispetto agli 8 miliardi e mezzo per il fondo sanitario ai quali Governo e Regioni hanno rinunciato per gli anni 2017-2018.
In fase embrionale c'è anche un'ipotesi paradossale: l'introduzione di un nuovo ticket riservato a chi va a farsi curare al pronto soccorso e risulta in triage con codice verde, ovvero le urgenze minori che non interessano le funzioni vitali ma devono essere curate.
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