di Valeria Zeppilli - Come ogni anno, con l'arrivo di ottobre le discussioni sulla prossima legge di bilancio iniziano a farsi più accese e le idee dapprima solo accennate si concretizzano in vere e proprie proposte.
Tra queste ultime, i tecnici del Governo stanno valutando anche il taglio al 50% dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi più giovani.
La delibera di Cassa Forense
Si tratta di un'iniziativa perfettamente coerente con una recente delibera di Cassa Forense, che attualmente è in attesa del parere dei ministeri vigilanti, ovverosia quella con la quale si è stabilita l'abolizione del contributo integrativo minimo dal 2018 al 2022 per gli avvocati con redditi più bassi (leggi: "Avvocati: addio contributo integrativo minimo dal 2018").
La proposta di decontribuzione per i giovani
In realtà è proprio nella gestione dei rapporti con le casse professionali che l'idea che bolle in pentola tra le proposte da concretizzare per la prossima legge di bilancio potrebbe dover prestare la maggiore attenzione: la decontribuzione, infatti, non può prescindere dalla verifica di un'adeguata copertura per gli enti di previdenza privati. Lo ha ricordato lo stesso presidente di Cassa Forense
, Nunzio Luciano, in un'intervista al Sole24Ore, commentando la misura sulla decontribuzione per i giovani professionisti come "apprezzabile" e in linea con le iniziative di recente approvate dalla Cassa, tra cui la non debenza del contributivo integrativo minimo per i redditi più bassi. Tuttavia, secondo il presidente, occorrerebbe capire come la proposta verrebbe strutturata (su quali contributi e periodi) e verificare le eventuali coperture per gli enti di previdenza privati. Sarebbe opportuno, inoltre, avviare una consultazione con il coinvolgimento dei professionisti interessati, onde evitare "frantendimenti". • Foto: 123rf.com