di Gabriella Lax - Per l'introduzione dell'equo compenso ad avvocati e professionisti parte anche una petizione. Oltre all'annunciata manifestazione in piazza a Roma il prossimo 30 novembre, per chiedere al governo il passo decisivo per l'approvazione del disegno di legge sull'equo compenso (leggi anche: Avvocati e professionisti in piazza per l'equo compenso), intanto, dal mondo delle associazioni parte una petizione sulla piattaforma Change.org.
Esistono diverse propose allo studio per introdurre l'equo compenso, una di queste è disegno di legge Sacconi adesso in discussione alla Commissione lavoro del Senato.
Equo compenso, la petizione su Change.org
La petizione su Change.org va oltre la proposta di legge Sacconi (in discussione alla commissione lavoro del Senato) che da un lato non fa distinzioni tra committenti grandi o piccoli, Pa e consumatori finali e, dall'altro obbliga il professionista a passare da un tribunale per vedersi riconosciuta la parcella.
L'appello, lanciato da Rosangela Lapadula, consulente aziendale (che ha raccolto ad oggi quasi 1.700 firme), chiede al governo di varare con urgenza norme: in primis "che consentano di regolare i rapporti di committenza con la pubblica amministrazione vietando bandi, incarichi e affidamenti in deroga ai minimi stabiliti da parametri e tabelle di riferimento"; e ancora "che tale divieto operi ex ante, consentendo al professionista di percepire il proprio equo compenso senza dover ricorrere a un giudice"; infine "che tale principio sia esteso ai rapporti di committenza tra pubblica amministrazione e qualsiasi professionista, indipendentemente dalla sua iscrizione a un ordine o meno".
Prima dell'appello su Change.org, gli ideatori avevano raccolto più di 160 firme nel mondo dell'associazionismo professionale. L'idea si è poi sviluppata dopo il clamore suscitato da un post su Facebook che commentava la sentenza 4614 del Consiglio di Stato del 3 ottobre. Una sentenza che ha sdoganato un bando che prevedeva per il professionista il compenso simbolico di un euro.
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