di Marina Crisafi - Dal 1° gennaio, anche i sacchetti normalmente usati per pesare frutta e verdura al supermercato, diventeranno a pagamento. Inoltre, dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432.
Sacchetti plastica: le nuove norme
A partire dal 1° gennaio 2018, anche i sacchetti trasparenti per frutta e verdura dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432 e con un contenuto di materia prima rinnovabile di almeno il 40% (che diventerà del 50% dal 2020 e del 60% dal 2021).
I sacchetti per l'ortofrutta dovranno essere, inoltre, idonei al contatto alimentare e la biodegradabilità e compostabilità dovranno essere certificate da organismi accreditati.
I provvedimenti sugli shopper sono contenuti nella legge di conversione del decreto legge Mezzogiorno che ha ricevuto l'ok durante l'estate scorsa.
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Sacchetti frutta e verdura a pagamento
Secondo la legge, inoltre, tali sacchetti, leggeri e ultraleggeri, con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, potranno essere ceduti esclusivamente a pagamento.
Il costo degli shopper dovrebbe aggirarsi tra i due e i dieci centesimi e il prezzo di vendita, che andrà ad incidere sul budget delle famiglie, dovrà risultare dallo scontrino o dalla fattura di acquisto delle merci.
La norma non ha mancato di scatenare polemiche poiché si tratta di costi che andranno ad incidere ulteriormente sul budget familiare. In ogni caso, come già per i sacchetti per la spesa, anche gli shopper usati per frutta e verdura, potranno essere utilizzati per la raccolta organica dei rifiuti.
Le sanzioni
Per chi non rispetta le nuove disposizioni scatteranno sanzioni severe: con multe da 2.500 fino a 100mila euro. scatteranno multe salate fino a 100.000 euro.
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