In seguito ai lunghi e contrastanti dibattiti sulla data retention, il Consiglio dei Ministri europei della Giustizia ha deciso di dare il via ad una direttiva che sia condivisa e accettata dall'Unione Europea. Ha infatti deliberato di sottoporla all'approvazione dell'Europarlamento, il quale ha da sempre manifestato un'evidente contrarietà alla detenzione dei dati protratta per un anno. In realtà, la decisine del Consiglio sembra essere il frutto di una serie di ?pressioni? che testimoniano il consolidarsi di una situazione tesa e difficile. Da un lato, infatti, i Parlamentari europei hanno minacciato di ricorrere alle vie legali qualora i Ministri europei avessero assunto decisioni autonome; dall'altro, Charles Clarke, Ministro degli Interni britannico, ha avvertito i Parlamentari che ?se entro l'anno non saranno compiuti significativi progressi nella preparazione della direttiva, allora i Ministri europei andranno avanti da soli per la propria strada? . D'altra parte, il Regno Unito avrebbe preferito ricorrere ad un accordo extraparlamentare che avrebbe portato alla stesura della direttiva sulla data retention in tempi assai più brevi. Il nuovo orientamento è quello di chiedere agli operatori di telefonia ed agli Internet Provider di conservare i dati di traffico per un periodo che parta da un minimo di dodici mesi per la telefonia, e di sei mesi per il traffico internet. La retention, però, non riguarderà i contenuti delle comunicazioni, ma sarà circoscritta alle seguenti indicazioni: nominativi degli interlocutori impegnati nella conversazione, data e orario della stessa, mittente e destinatario di un' e-mail. L'Italia, invece, continuerà indisturbata per la sua strada. Se infatti (come da previsione) la direttiva indicherà solo i limiti minimi e non anche i limiti massimi di conservazione dei dati, il nostro Stato continuerà ad applicare il Decreto Pisanu conservandoli tutti sino al prossimo 31 dicembre 2007.
Autore: Monica Sansone
Autore: Monica Sansone
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