Pensioni dal 2019 cosa cambia
Il decreto, recante l'"Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita", innalza dunque di 5 mesi i requisiti richiesti per le varie forme di pensionamento.
Oggi per la pensione di vecchiaia è richiesta agli uomini un'età di 66 anni e 7 mesi (idem per le donne dipendenti del settore pubblico), mentre alle lavoratrici del privato sono richiesti 65 anni e 7 mesi e alle lavoratrici autonome 66 anni e 1 mese. A partire dal 2018, scatterà il minimo anagrafico di 66 anni e 7 mesi per tutti. E, dunque, dal 2019 (e per il biennio 2019-2020), per tutti saranno necessari 67 anni di età per uscire dal lavoro.
Adeguamento a 67 anni anche per pensione anticipata e assegni sociali
L'adeguamento alla speranza di vita incide anche sulle altre tipologie di pensioni, ossia:
- su quella anticipata (facendo salire gli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini a 43 anni e 3 mesi, e gli attuali 41 anni e 10 mesi per le donne a 42 anni e 3 mesi),
- sui precoci, cioè coloro che hanno versato almeno 1 anno di contributi prima di compiere 19 anni, che necessiteranno dunque di 41 anni e 5 mesi
- sugli usuranti, per via del ritocco all'insù delle quote (ovvero della somma tra età anagrafica e anzianità contributiva) dello 0,4% che porterà la quota minima (oggi a 97,6) a 98
- e, infine, sull'assegno sociale, che già nel 2018 sale a 66 anni e 7 mesi (rispetto agli odierni 65 anni e 7 mesi) e che dal 2019 potrà essere percepito a 67 anni.
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Decreto pensioni Mef
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