di Redazione - I giudici di pace hanno confermato lo sciopero nazionale di 4 settimane, dall'8 gennaio al 4 febbraio, per protestare contro la riforma della magistratura onoraria che li vede sul piede di guerra da oltre un anno.
"Il governo ancora in carica e in particolare il ministro della giustizia Andrea Orlando - malgrado gli scioperi che si protraggono da oltre un anno, si legge in una nota dell'Unione nazionale giudici di pace - non ha preso le misure necessarie per rendere la riforma della magistratura onoraria compatibile con l'ordinamento comunitario e costituzionale, provvedendo ad accollarsi gli oneri contributivi e ad adeguare gli stipendi dei magistrati di pace in osservanza del principio comunitario di non discriminazione".
Giudici di pace, le ragioni della protesta
Non solo la riforma mai digerita. Peraltro, "in violazione della delega ricevuta da Parlamento - prosegue la nota - il governo non ha ancora regolamentato i trasferimenti e sta per avviare nuovi concorsi senza che neppure siano state rideterminate le piante organiche degli uffici".
Garantita solo un'udienza a settimana
"La scriteriata politica giudiziaria del ministro Orlando non solo è lesiva di tutti i diritti dei giudici di pace e dei magistrati onorari - concludono dalla Unagipa - ma ha già causato negli ultimi mesi preoccupanti crolli di produttività negli uffici giudiziari di primo grado, trend negativo destinato ad accentuarsi nei mesi a venire laddove il governo
non assuma immediatamente, come imposto dalla legge delega vigente, i dovuti correttivi al nefasto decreto legislativo di riforma approvato nel luglio scorso e duramente osteggiato dall'intera categoria".Da qui, la conferma dello sciopero dal prossimo 8 gennaio, con la garanzia di un'unica udienza a settimana e, in segno di protesta, la mancata partecipazione all'inaugurazione dell'anno giudiziario.
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