di Gabriella Lax - Saranno 42 centesimi al minuto, 21,5 euro all'ora, oltre 19mila euro in un anno. Per i lavoratori dei call center è stato il ministero del Lavoro, con decreto del 29 dicembre scorso, a puntualizzare e a stabilire quale dovrà essere il salario minimo.
Dopo gli scandali dei call center venuti fuori nelle ultime settimane arriva la risposta del Governo.
Call center, tra scandali e compensi miseri
Solo un bonifico da 92 euro, per la misera cifra di 33 centesimi l'ora in un call center pugliese. Da qui parte la denuncia della Slc Cgil di Taranto. Agli stipendi da fame si aggiungeva l'abitudine di decurtare dalla remunerazione un'ora di lavoro per chi andava alla toilette anche solo per 5 minuti, e persino per chi arrivava con 2 o 3 minuti di ritardo rispetto all'orario di inizio turno. Così, dopo un periodo di lavoro iniziato a metà ottobre e conclusosi a dicembre, le lavoratrici hanno scelto di licenziarsi.
Storia diversa, ma finita in tribunale, quella di un call center romano, nel quale due dirigenti avrebbero stabilito un vademecum aziendale da imporre a tutti i dipendenti che proibiva relazioni sentimentali tra i colleghi e vietava di aiutare i compagni di lavoro in difficoltà. Era proibito inoltre uscire la sera in gruppo senza i capi, prestare soldi ai colleghi di lavoro, parlare al di fuori di un gruppo aziendale su Whatsapp.
Call center, il governo stabilisce il compenso minimo
Da qui l'intervento del governo. E' stato il direttore generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro e delle politiche sociali a firmare il decreto che stabilisce il costo del lavoro per il personale dipendente da imprese che svolgono attività di call center.
A questa determinazione si è giunti dopo un lungo confronto con le parti sociali di settore che ha reso possibile stabilire il costo del lavoro medio per i lavoratori dipendenti del settore call center, stabilendo il costo medio di riferimento in funzione dei futuri affidamenti da parte di amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori di servizi di call center, così come previsto dal Codice dei contratti pubblici e dall'articolo 24-bis del decreto-legge n. 83 del 2012.
L'obiettivo del provvedimento (sotto allegato), è fare ordine nelle assunzioni dei call center che gestiscono l'attività in appalto per altre aziende.
A fare chiarezza sarà una tabella con i minimi retributivi (parte integrante del decreto).
E' chiaro inoltre che, nelle gare della Pubblica amministrazione, il costo del lavoro sarà scorporato dal valore totale. Di solito nelle gare il costo della manodopera, ovvero quello di chi risponde al telefono, è la voce più importante, arrivando a pesare fino all'80%.
La novità segna la fine delle gare al massimo ribasso dove i costi pesano sulle spalle dei lavoratori per accaparrarsi l'appalto. Sono 30mila lavoratori delle società di call center che partecipano agli appalti pubblici.
Decreto Call centerTabella Call center