Le persone sorrette da una cultura devono sforzarsi di essere piu' civili quando si confrontano con altri. L'invito ad una maggiore civilta' arriva dalla Corte di Cassazione che, in una sua sentenza, sente la necessita' di rivolgere un monito ai professionisti, sostenendo che essi, proprio perche' 'forti di un titolo professionale e di una qualificata cultura', sono tenuti a 'calibrare le espressioni, usando termini di critica piu' appropriati e piu' urbani' quando si confrontano. In particolare, la Suprema Corte ha lanciato il suo appello occupandosi di una lite avvenuta nel corso di un travagliato consiglio di amministrazione durante il quale erano volate parole grosse e anche offese. Sul banco degli imputati, Piergiorgio V., un professionista di 63 anni della provincia di Vicenza, che, nel corso di una riunione per il rinnovo del consiglio di amministrazione, si era rivolto all'esponente della lista avversaria dandogli del 'ciarlatano' perche' non era tanto competetente in materia. Condannato a 861 euro di multa per ingiuria dal Giudice di pace di Lonigo, (giugno 2004), il professionista si e' rivolto alla Cassazione, facendo notare che l'espressione era stata utilizzata per evidenziare che si trattava 'di una persona non specialista nei bilanci in ambito bancario'.
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