di Gabriella Lax - Partono i nuovi corsi per professionisti del condominio, organizzati dall'Anammi, l'Associazione nazional-europea degli amministratori d'immobili.
Anammi, l'obiettivo è la formazione multimediale
E' la formazione multimediale l'obiettivo dell'associazione per il 2018. Si tratta di corsi che si svolgono secondo un percorso di 15 ore complessive (come stabilisce il decreto ministeriale 140 2014), si basano su una serie di videoregistrazioni, visionabili attraverso un link dedicato, consultabile a titolo gratuito per gli iscritti all'Anammi. Ai moduli audiovideo si aggiungono dispense e slide in digitale. Come riporta una nota di Anammi, la fine del percorso, prevede una verifica superata la quale l'amministratore riceve un'apposita certificazione sull'aggiornamento effettuato.
«Si tratta di un requisito professionale fondamentale che, insieme al diploma di scuola superiore e all'assenza di condanne penali - specifica Giuseppe Bica, presidente dell'Anammi- deve essere oggetto di verifica in sede di assemblea condominiale, quando si nomina il professionista».
E' chiaro che i condomini in caso di rinnovo o prima nomina, possono accertarsi se l'amministratore ha ottemperato all'obbligo di formazione, richiedendo al professionista l'apposito attestato. Se non si è in grado di dimostrare di aver acquisito la necessaria formazione, l'incarico può essere negato o revocato. In particolare, i condòmini possono controllare se il candidato amministratore è in regola con la certificazione di conformità, l'attestato che comprova i requisiti professionali dell'amministratore, se usufruisce di una polizza di responsabilità civile, e se è iscritto a un'associazione di settore.
In particolare, l'Anammi, per l'aggiornamento ha scelto temi che abbracciano attualità, come l'utilizzo della videosorveglianza, sempre più richiesta per difendersi da aggressioni e furti, e la presenza di bed&breakfast in condominio, spesso causa di lite, al fianco di problematiche 'classiche' come il fisco e la morosità condominiale. Ai quali si aggiunge, spiega Bica, «l'aderenza alla realtà professionale e, quindi, alle esigenze pratiche del professionista». Negli ultimi mesi, conclude infatti, «abbiamo riscontrato un aumento del 15% di richieste di formazione da parte di non iscritti: segno che il professionista sente il bisogno di essere aggiornato, non solo per motivi di forma, ma di sostanza».
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