di Gabriella Lax - Arrivano i robot per la selezione del personale. In un futuro prossimo le prove di selezione si svolgeranno davanti all'algoritmo di un computer, piuttosto che davanti ad una persona in carne e ossa. Un paio in realtà sono già al "lavoro".
Il primo si chiama Mya, ed è un chatbot che aiuta le aziende a scremare i curriculum presentati. I soggetti da selezionare sono soprattutto lavoratori destinati a occupare posizioni retribuite su base oraria.
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Robot ai colloqui, freddi ma equi
A raccontarlo è il Financial Times: «Quando un candidato presenta domanda per un posto di lavoro, Mya si presenta e lo coinvolge in una chiacchierata. Il chatbot rivolge alcune domande preliminari per vedere se il candidato è qualificato per una data posizione: "Può lavorare la sera?", "Le va bene la fascia di stipendio prevista?", "Quando potrebbe cominciare a lavorare?". Esaurita questa fase di scrematura si passa ad un colloquio tradizionale, quello con un essere umano.
La critica principale dei detrattori è che il bot rischia di essere troppo freddo, privo di qualunque emozione. Proprio la critica principale presenta il lato buono della medaglia: scevri da ogni considerazione su razza, status socioeconomico e immagine personale, i robot sono una garanzia di equità.
Inoltre il robot almeno risponde a tutti e permette di ovviare al principale inconveniente che si presenta nelle aziende: la marea di curricula non esaminati, dei quali circa l'85% viene cestinato.
Robot ai colloqui, dall'Australia ecco Matilda
L'altro automa, si chiama Matilda e viene dall'Australia. Sviluppato dall'università di La Trobe a Melbourne per essere impiegato per la selezione del personale, questo robot è stato progettato per sostenere colloqui di 25 minuti in cui sottopone i candidati a una serie di domande, registra e analizza le risposte dei potenziali dipendenti, monitora le espressioni del viso confrontandole con altri impiegati di successo all'interno dell'azienda. Matilda è usata al momento per scegliere gli addetti alle vendite.
Il dubbio dei suoi stessi creatori è se il robot possa funzionare bene oltre i confini del continente.
Sul sito dell'Università australiana si legge: «molte procedure di selezione si affidano a sistemi computerizzati che si basano su tecniche psicometriche progettate per misurare le capacità del candidato, le sue conoscenze e abilità ma spesso sono generiche, sviluppate al di fuori dell'Australia e non riflettono la cultura del lavoro del Paese con la conseguenza che, sebbene utili, hanno un'efficacia limitata: il grande turnover di personale nelle vendite e gli alti livelli di stress di questo settore sono un sintomo di questo limite».
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