Negli ultimi anni, la figura dell'insegnante si è notevolmente modificata rispetto al passato. Non basta più fornire all'alunno una serie di informazioni, ma occorre che l'alunno riceva formazione.
Il ruolo degli insegnanti
Infatti, l'insegnante, in quanto educatore, deve promuovere la formazione dell'alunno "latu sensu", ovvero una formazione ad ampio raggio: culturale, etico- sociale, religiosa… Così operando l'alunno capisce che scuola significa anche apprendimento di valori quali il rispetto altrui, il senso di responsabilità, il senso del dovere, la sensibilità verso la giustizia, il senso di collaborazione…
Questo modus operandi potrà realizzarsi solo se si lavora in team, ovvero non solo con gli altri operatori scolastici, ma soprattutto con il sostegno dei genitori.
Per riuscire in questo, qual è la carta vincente?
L'insegnante non deve possedere un metodo di insegnamento statico, ma deve possedere la capacità di adottare, a seconda delle esigenze che la classe richiede, un metodo di insegnamento sempre nuovo che sia capace di spronare gli alunni alla conoscenza, insomma a quella che abbiamo chiamato prima "formazione latu sensu".
L'obiettivo di ciascun insegnante è quello di fare di ciascun alunno il protagonista del proprio sapere!
Quale tutela in caso di alunni problematici?
La difficoltà che attualmente la Scuola e, quindi, gli insegnanti stanno incontrando nel promuovere la formazione dell'alunno riguarda l'aspetto comportamentale dello stesso. Difatti, spesso maestri e professori si trovano a dover lavorare con alunni "problematici" che rischiano di vanificare il progetto formativo di apprendimento, facendo subentrare così stati di rabbia, perdita di pazienza che mal si conciliano con quello che è il ruolo dell'insegnante/educatore.
Per evitare, dunque, che la situazione degeneri occorre evitare il conflitto aiutando l'alunno problematico. In che modo? Richiedendo l'appoggio dei compagni in un clima di collaborazione, valorizzandolo nelle sue qualità, valorizzandolo all'interno della classe facendo in modo che si riaccenda in lui l'interesse al progetto formativo di apprendimento.
Ma questa soluzione, ahimè, non la si può più adottare dopo i diversi casi di cronaca che ci raccontano di insegnanti picchiati, minacciati da alunni e genitori.
In questi casi gli insegnanti come possono tutelarsi?
Gli insegnanti, a tutela della loro incolumità fisica, possono:
- segnalare la situazione di pericolo al Dirigente Scolastico, al fine di individuare strategie di soluzione;
- oppure sporgere denuncia all'istituzione scolastica.
Obblighi di denuncia
A tal proposito va rilevato che, purtroppo, può anche accadere che un alunno, in ambito scolastico, sia vittima o autore di un comportamento penalmente rilevante. Sul punto è quindi opportuno evidenziare che, se si tratta di reati procedibili d'ufficio, sul dirigente scolastico grava l'obbligo di denunciare l'accaduto alle autorità.
Il dirigente scolastico, infatti, è un pubblico ufficiale che quindi, nel caso in cui ometta o ritardi di denunciare un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni, rischia la condanna per il reato di cui all'articolo 361 del codice penale ("Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale"), punito con la multa da trenta a cinquecentosedici euro.
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