di Gabriella Lax - Sono esenti dallo scontrino per il lavoro ma dovranno fare pagare il sacchetto. I calzolai cadono nella rete della legge che impone, dal primo gennaio, la cessione a titolo oneroso di tutti i bio sacchetti che vengono consegnati da commercianti e artigiani al cliente.
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Calzolai, anche da loro il sacchetto si paga
«Dobbiamo far pagare un sacchetto che prima, nella maggioranza dei casi, davamo gratis? Ebbene sì. È un obbligo, ce lo impone la legge», racconta al Sole 24 Ore Eugenio Moro Presidente regionale veneto dei calzolai di Confartigianato. Che succede dunque adesso? «Oltre al danno (per il consumatore) la beffa è per noi calzolai. In base a quanto contenuto nel Decreto del Presidente della Repubblica 21.12.1996, n.696 (Regolamento recante norme per la semplificazione degli obblighi di certificazione dei corrispettivi) - spiega - molte delle nostre botteghe sono esenti dalla emissione dello scontrino, che ora dovremmo comunque fare per un importo di pochi centesimi».
Secondo il presidente inoltre non è chiaro se il cliente, può andare dal negoziante con la propria borsa di plastica, senza rischiare di far incorrere il negoziante in una sanzione. E le sanzioni sono severe per chi trasgredisce: le multe partono infatti da 2.500 euro e arrivano a 100mila nel caso in cui la violazione dovesse riguardare un ingente quantitativo di buste oppure se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore. Inoltre non si possono fare 'promozioni' per abbattere il costo del sacchetto poiché sarebbero considerate pratiche elusive.
Ma una soluzione ci sarebbe. «Abbandonare la plastica e passare alle borsine o sacchetti di carta o in tessuto, realizzati in vero materiale ecologico e che non impongono (per legge almeno) una spesa per i consumatori» prosegue Moro. Ma la spesa graverebbe così su negozianti e artigiani, andando ad intaccare margini di guadagno già bassi.
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