di Gabriella Lax - Violazione delle norme comunitarie in materia di Iva, riguardo all'applicazione dello "split payment" previsto dalla legge italiana. Per questo motivo alcune imprese di costruzioni edili hanno fatto ricorso alla Commissione europea.
Ance, Legacoop, Cna costruzioni, Confartigianato edilizia, Confapi Aniem e Federcostruzioni, riunite in class action, hanno presentato una denuncia in cui, appunto, contestano la violazione di norme europee per il meccanismo fiscale che avrebbe un impatto di 2,4 miliardi sulla liquidità delle imprese.
Split payment, i costruttori ricorrono alla Commissione europea
Il meccanismo incriminato, istituito anche per prevenire l'evasione dell'Iva, stabilisce che le pubbliche amministrazioni, o altri soggetti obbligati, versino direttamente all'erario l'Iva dovuta per lavori effettuati dall'impresa stessa, mentre questa continua a pagare l'imposta per l'acquisto di beni e servizi. Il risultato è che, tra Iva versata e quella soggetta a split payment, le imprese soffrono una pesante perdita di liquidità stimata in circa 2,4 miliardi di euro l'anno.
Secondo la denuncia presentata dalle associazioni edili, questo meccanismo crea la situazione per cui le imprese si trovano in una continua condizione di Iva a credito nei confronti dello Stato, che ha tempi lunghissimi di rimborso così da minare seriamente la stabilità finanziaria delle aziende stesse. La situazione, in sostanza, non fa che alimentare la crisi del settore delle imprese di costruzioni in Italia, con un'incidenza negativa anche sul funzionamento dell'economia nazionale, e ripercussioni sull'occupazione e sugli investimenti nel settore.
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