Il Jobs Act autonomi consente di realizzare network professionali assieme a colleghi o miste per partecipare a bandi e concorrere a incarichi e appalti

di Lucia Izzo - Un network, o meglio, una rete tra soli professionisti esercenti le libere professioni o anche miste, con la partecipazioni delle imprese, tramite la quale sarà possibile partecipare a bandi, concorrere all'assegnazione di incarichi e appalti, nonché ottenere i fondi strutturali europei accedendo ai piani operativi regionali e nazionali.

Si tratta di un'opportunità di lavoro e crescita offerta dalla legge 22 maggio 2017, n. 81 (Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato) c.d. Jobs Act autonomi in vigore dallo scorso 14 giugno (leggi: Da oggi in vigore il Jobs Act autonomi).

Rete tra professionisti: le novità del Jobs Act autonomi

In precedenza, infatti, non era consentita la sottoscrizione di un contratto di rete, se non tramite la costituzione di una Società tra Professionisti (Stp).


Ora, invece, l'art. 12 del Jobs Act Autonomi, "Informazioni e accesso agli appalti pubblici e ai bandi per l'assegnazione di incarichi e appalti privati", riconosce ai soggetti che svolgono attività professionale, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, la possibilità di costituire reti di esercenti la professione, nonché la possibilità di partecipare alle reti di imprese, anche in forma di reti miste, (ex art. 3, commi 4-ter e ss. D.L. n. 5/2009, conv. con mod. dalla L. n. 33/2009), con accesso alle relative provvidenze in materia.


I professionisti potranno anche costituire consorzi stabili e associazioni temporanee professionali: tuttavia, in quest'ultimo caso, sarà necessario rispettare le regole sui raggruppamenti temporanei secondo la disciplina prevista dall'articolo 48 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (nuovo codice dei contratti pubblici), in quanto compatibile.

In tal modo sarà possibile la partecipazione ai bandi e la possibilità di concorrere all'assegnazione di incarichi e appalti privati e l'accesso ai piani operativi regionali e nazionali (PON e POR) a valere sui fondi strutturali europei.

La norma precisa, infatti, che le amministrazioni pubbliche dovranno promuovere, in qualità di stazioni appaltanti, la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici per la prestazione di servizi o ai bandi per l'assegnazione di incarichi personali di consulenza o ricerca, in particolare favorendo il loro accesso alle informazioni relative alle gare pubbliche, anche attraverso gli sportelli di cui all'art. 10, comma 1, e la loro partecipazione alle procedure di aggiudicazione.

Reti di professionisti: i vantaggi

Con le modifiche coinvolgenti le Reti di professionisti, il Jobs Act autonomi le ha di fatto assimilate al mondo delle imprese, consentendo loro, assieme ad associazioni temporanee, Rti e consorzi stabili di partecipare agli appalti.

Le reti, in particolare, appaiono una soluzione altamente vantaggiosa, soprattutto per i piccoli studi: a metà tra un consorzio e uno studio professionale individuale, le reti non costituiscono un soggetto giuridico autonomo rispetto ai partecipanti e assicurano l'abbattimento dei costi.

Un passaggio che si estrinseca, in primis, nella sottoscrizione di un contratto di rete, strumento flessibile adottato dal 2009 dalle imprese (legge n. 33/2009). In tal modo viene avvantaggiata la collaborazione, l'aggregazione (anche temporanea e per specifici progetti comuni) nonché l'unione tra i professionisti.


Inoltre, "fare rete" andrà a favorire l'innovazione, la competitività e lo scambio di informazioni e prestazioni tra i partner i quali potranno mettere a disposizione dei partecipanti alla rete le loro specifiche competenze.

Sarà, inoltre, possibile istituire un organo di gestione e dotarsi di un patrimonio comune che non dovranno, necessariamente, avere soggettività giuridica.


Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: