di Gabriella Lax - Assegni privi della clausola di non trasferibilità: arriva direttamente dal ministero dell'Economia e delle Finanze uno speciale vademecum.
Era stata la normativa antiriciclaggio col decreto legislativo n. 231/2007 a sanzionare l'uso di assegni oltre una certa soglia privi della clausola di non trasferibilità. Nonostante ciò sono numerose le segnalazioni di assegni in circolazione che non riportano la clausola pur essendo di importo maggiore di 1.000 euro.
Da qui la necessità di fare il punto sulle regole vigenti.
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Assegni non trasferibili, nessuna sanzione irrogata
Il ministero però, preliminarmente, chiarisce che dall'indagine condotta dal MEF per analizzare la consistenza del fenomeno è emerso che nessuna sanzione è mai stata ancora irrogata ai sensi della nuova normativa e che, a fronte di 1.692 assegni contestati, gli incolpati hanno scelto, in 107 casi, di pagare l'oblazione che consente di concludere anticipatamente il procedimento sanzionatorio.
Assegni non trasferibili, il vademecum del Mef
Già dal 2008 le banche non stampano più carnet di assegni senza la clausola di non trasferibilità. Chi si ritrova un vecchio libretto potrà ancora utilizzarlo per trasferimenti di denaro di importo pari o superiore a 1.000 euro inserendo la dicitura "non trasferibile" chiarisce il Mef. Nel caso di importo inferiore a 1.000 euro l'assegno può essere fatto circolare anche senza clausola, basta l'indicazione del beneficiario.
Tornando ai casi di attualità invece, il ministero ricorda che è stato il decreto legislativo 90/2017 ad aumentare le sanzioni, considerati gli scarsi risultati ottenuti col regime precedente.
La sanzione da 3.000 a 50.000 euro è in vigore dal 4 luglio 2017 e riguarda il trasferimento di assegni privi della clausola di non trasferibilità e dell'indicazione del beneficiario, salva l'applicabilità dell'istituto dell'oblazione per importi non eccedenti i 250.000 euro.
Tuttavia sovente queste sanzioni elevate possono colpire cittadini che in buona fede hanno utilizzato assegni senza clausola di non trasferibilità. Per questo il Mef chiarisce «in linea con le osservazioni contenute in un parere parlamentare, sta valutando la possibilità di modificare il regime sanzionatorio recuperando la proporzionalità tra l'importo trasferito e la sanzione».
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