di Gabriella Lax - Trova applicazione anche per i nonni il diritto di visita ai minori. A stabilirlo è Maciej Szpunar, l'avvocato generale della Corte Ue che, nelle sue conclusioni, specifica come competenti in materia sono però i giudici del Paese in cui il minore risiede abitualmente.
Corte Ue riconosce il diritto visita nonni
I fatti presi in esame hanno come protagonista un bambino nato nel 2002 che, dopo il divorzio dei genitori, era andato a vivere in Grecia col padre di nazionalità greca. Da qui la richiesta della nonna materna, bulgara, residente in Bulgaria, che impossibilitata a mantenere un contatto significativo con il nipote e non riuscendo ad ottenere assistenza alle autorità greche, ha adito la giustizia bulgara per determinare le modalità per l'esercizio del diritto di visita fra lei e suo nipote, per poterlo vedere una volta al mese, più due volte l'anno durante le vacanze scolastiche.
I giudici bulgari di primo grado e secondo grado hanno respinto la domanda per difetto di competenza poichè il regolamento Bruxelles II bis dell'Unione stabilisce in casi come questo la competenza dei giudici dello Stato membro nel quale il minore ha la sua residenza abituale (quelli greci nel caso di specie).
Infine, interpellata la Suprema corte di Bulgaria, ha ritenuto che per individuare l'autorità giurisdizionale competente, sia necessario sapere se il regolamento Bruxelles II bis si applichi o meno al diritto di visita dei nonni.
Corte europea, prevale l'interesse superiore del minore
Secondo l'avvocato della Corte intanto per la legislazione vigente in materia la ratio deve essere «l'interesse superiore del minore» e la considerazione che «la nozione di "diritto di visita" include persone diverse dai genitori, allorché tali persone abbiano legami familiari di diritto o di fatto con il minore». Va poi considerato il principio dell'armonizzazione delle norme giuridiche tra gli stati membri, che ricomprende il diritto di visita dei nonni altrimenti sarebbe lasciato alle diverse legislazioni nazionali. In base però al principio di vicinanza, spetta però ai giudici del Paese in cui vive il bambino trattare la causa.
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