di Gabriella Lax - Per la fatturazione elettronica arriva dal Consiglio nazionale dei commercialisti un modello per la riorganizzazione digitale degli studi professionali. Secondo il Consiglio nazionale della categoria chiarisce come l'obbligo della fatturazione elettronica tra privati può essere un'opportunità, e non solo un rischio, per gli studi dei commercialisti, anche di quelli più piccoli e meno strutturati. Sempre che la professione sia in grado di affrontare il passaggio dalla contabilità analogica a quella digitale. Da qui l'idea di un preciso modello evoluto digitale per la trasformazione dello studio, che possa diventare un punto di riferimento per gli iscritti.
Fatturazione elettronica, il modello di riorganizzazione del Cndcec
Il modello elaborato dal CNDCEC, come riporta un comunicato ufficiale, stabilisce una gestione diretta da parte dello studio del processo di emissione, contabilizzazione e conservazione della fattura elettronica, in un sistema nel quale cliente e studio interagiscono telematicamente, condividendo lo spazio digitale entro il quale si svolge il processo di fatturazione. L'analisi del modello è stata eseguita ipotizzando che il cliente dello studio sia un'impresa in contabilità semplificata e che lo studio abbia una soluzione software integrata composta da tre moduli ossia quello di contabilità, quello di gestione elettronica documentale (GED) (che dà la possibilità ai clienti di una produzione da remoto delle fatture di vendita
e l'accesso ai documenti archiviati) e il modulo di conservazione documentale digitale. Lo stesso modello stabilisce inoltre che lo studio emetta la fattura per conto dei propri clienti apponendo la firma remota o automatica ai dati della fattura inseriti dal cliente sulla piattaforma GED e riceva per conto del cliente le fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio.Decisiva nell'elaborazione del modello la collaborazione studio-cliente. L'integrazione tra i diversi moduli che compongono la soluzione software dello studio professionale consente al commercialista di massimizzare i vantaggi derivanti dalla digitalizzazione. Come chiarisce la nota «L'applicazione dello schema valorizzerebbe inoltre i dati delle fatture che lo studio sarebbe in grado di intercettare in tempo reale. Dati ai quali agganciare servizi a valore aggiunto da proporre ai clienti. La riduzione dell'inserimento manuale di una moltitudine di dati contabili da parte del personale degli studi, potrebbe comportare infine una modifica di parte delle loro abituali attività, creando la possibilità per dedicarsi ad attività diverse».
Miani sulla fatturazione elettronica: «Così nuovi casi come lo spesometro»
La necessità di essere al passo coi tempi dalle parole del presidente il presidente della categoria, Massimo Miani "La fatturazione elettronica obbligatoria è un processo inevitabile, che va però gestito al meglio - nel tempo si era fatta pressione per avere una introduzione graduale poiché, prosegue - bisogna dare la possibilità alle piccole e piccolissime imprese di prepararsi al meglio ad una novità di tale portata. Il rischio è che altrimenti il sistema possa incappare in difficoltà simili a quelle verificatesi lo scorso anno con lo spesometro. Uno scenario da scongiurare con forza». Per il presidente «in questo contesto la nostra categoria deve però comunque rapidamente attrezzarsi affinché questa novità possa trasformarsi da potenziale rischio di perdita di clientela in possibile opportunità di crescita. Con questo documento proviamo a dare indicazioni precise ai nostri colleghi per affrontare consapevolmente questo passaggio».
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