di Gabriella Lax - Un nuovo giro di consultazioni lunedì e, nel frattempo, pressing su partiti. I nodi della matassa per la costituzione di un governo stabile sono tanti. Il presidente Sergio Mattarella si prepara in queste ore per verificare se possono coesistere altre maggioranze.
Governo, lunedì giro di consultazioni
Come precisa il calendario delle consultazioni diffuso dal Quirinale, col giro di consultazioni si ripartirà lunedì 7 maggio alle 10 con la delegazione del Movimento Cinque stelle. Tutto si svolgerà in un'unica giornata.
Dopo i pentastellati toccherà, a stretto giro al centrodestra, al Colle in un'unica delegazione. A seguire poi le delegazioni degli altri partiti. A fine serata, i colloqui riguarderanno i presidenti di Camera e Senato.
Dal Quirinale fanno sapere che «A distanza di due mesi (dalle elezioni, nds) le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi è tramontata anche la possibilità di un'intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Pd. Il presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni, in un'unica giornata, quella di lunedì per verificare se i partiti abbiano altre prospettive di maggioranze di governo».
Verso un governo neutro e super partes
La soluzione che cercherà il capo dello Stato è orientata costituzione di un Governo "neutro" e super partes, pronto ad affrontare questioni primarie quali la legge di bilancio e Ue.
L'attenzione alla prossima Manovra metterebbe al riparo da aumenti dell'Iva e tutelerebbe il Paese nel giro di appuntamenti europei tra qualche settimana, riguardanti, in primis, immigrazione e budget europeo. Invece la legge elettorale non si tocca, potranno decidere di modificare le cose i partiti ma senza il coinvolgimento del governo "neutro".
In relazione a questi obiettivi che durata dovrebbe avere il nuovo esecutivo? Servirebbe intanto approvare il bilancio e terminare i lavori a dicembre con voto nei primi mesi del 2019. Sarà comunque l'esecutivo "neutro" a prendere per mano il Paese e condurlo alle urne in caso di mancanza di fiducia da parte del Parlamento.
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