di Redazione - Mamme sempre più anziane, con il primo parto a 31 anni, 1,34 figli in media, e il 37% tra 25 e 49 anni è inattiva. Sono i dati illustrati dal report annuale "Le equilibriste" pubblicato da Save the Children in occasione della festa della mamma.
I dati del report mostrano un quadro difficile, con le donne italiane che decidono di diventare madri sempre più tardi (in media a 31 anni), rinunciano sempre di più alla carriera professionale, se si tratta di scegliere tra lavoro e famiglia (il 37% delle donne tra 25 e 49 anni), e hanno pochi figli (in media 1,34 per donna).
Il report mostra anche un tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa, discriminazioni radicate nel mondo del lavoro, un forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri e poche possibilità di conciliare gli impegni domestici con il lavoro, anche per via della scarsissima offerta di servizi educativi per l'infanzia.
Un quadro che indica anche notevoli differenze regionali, con un Nord sempre più virtuoso e un Sud spesso carente di servizi e sostegno alla maternità.
In generale, tuttavia, il report delinea un peggioramento generale del Belpaese per quanto concerne l'accoglienza dei nuovi nati e il sostegno alle madri.
L'indice presentato, grazie alla collaborazione con Istat, ha spiegato la direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaella Milano, "non deve essere solo uno strumento di analisi, ma la base di un effettivo impegno da parte delle istituzioni ad ogni livello". È inammissibile, continua la Milano, "che in un Paese come il nostro, dove il numero di nuovi nati è in costante diminuzione, si riservi così poca attenzione, al di là della retorica, alla maternità e che le mamme debbano affrontare in solitudine continui ostacoli legati alla cura dei figli così come alla conciliazione della vita familiare e professionale".
Rapporto sulle mamme: le reazioni
"Scegliere di mettere al mondo un figlio nel nostro Paese rimane un grosso problema, perché rappresenta ancora un 'carico' economico e professionale enorme, in particolare per le mamme. Il problema è che oggi gli ostacoli da affrontare per portare avanti una gravidanza e potersi prendere cura di un figlio in Italia sono davvero tanti. Ecco perché oltre una donna su tre tra i 25 e i 49 anni è inattiva. Oggi, insomma, lo Stato costringe le donne ad abortire i propri sogni e progetti". È il commento della vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Emma Ciccarelli, ai numeri del rapporto di Save The Children. L'Italia, prosegue Ciccarelli, "è diventato un Paese ormai ostile alla maternità, eccezion fatta per alcune città più sensibili al tema: si arriva sempre più tardi a fare un figlio, spesso perché il lavoro è precario e mantenere la prole ha un costo economico sempre meno sostenibile". Occorre, un impegno dunque da parte di tutto il paese e delle sue istituzioni, "per costruire politiche strutturali che siano di accompagnamento e sostegno alla maternità. Solo a quel punto i sogni di maternità e paternità di tanti aspiranti genitori potranno finalmente diventare realtà".
Opinioni condivise anche da Antonio Affinita, direttore generale Moige, secondo il quale ciò che emerge dai dati del report "è strettamente connesso con la consapevolezza che fare figli voglia dire impoverirsi. Le madri sono in eterna attesa di una maggiore stabilità economico-professionale che possa risolvere i loro problemi e garantire una vita serena ai loro figli e così inevitabilmente non ne fanno".
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