di Gabriella Lax - Uno degli aspetti più importanti che tocca la bozza del contratto di governo è il tema della pensioni che, in linea generale, prevede di mettere da parte la legge Fornero.
L'incontro delle idee tra M5s e Lega prevede l'introduzione della cosiddetta quota 100, e serviranno 5 miliardi per favorire l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie attualmente escluse. Per le donne verrebbe rifinanziata l'opzione a loro dedicata, riservata però solo a chi sceglie il contributivo. Previsti, inoltre, tagli agli assegni pensionistici pari o superiori a 5mila euro netti, non giustificati dai contributi versati e pensione "di cittadinanza".
La legge Fornero lascia il passo alla "Quota 100"
Il meccanismo chiamato "Quota 100" si prepara a sostituire le peculiarità previste dalla legge Fornero. In pratica si potrà andare in pensione quando la somma dell'età e degli anni di contribuzione sarà pari a 100. La sostenibilità di una tale misura è però tutta da definire.
«Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l'obiettivo di consentire il raggiungimento dell'età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti» spiega la bozza di contratto.
Riordino del sistema del welfare
Necessario anche il riordino del sistema del welfare grazie alla separazione tra previdenza e assistenza. Sarà prorogata la misura sperimentale "opzione donna" che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, scegliendo il regime contributivo. La misura sperimentale sarà prorogata utilizzando le risorse disponibili.
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