di Gabriella Lax - Sarà operativa dal prossimo mese di agosto la novità normativa stabilita dal Decreto legislativo 49 del 2014, sulla raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Cellulari, lampadine, radio, monitor, phon, spazzolini elettrici, frullatori, sono questi solo alcuni degli oggetti che costituiscono la raccolta differenziata e il riciclo della Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) introdotti dall'Unione Europea nel 2003, operativo in Italia dal 2008. Si tratta di prodotti che per funzionare devono essere alimentati dalla corrente elettrica o da campi elettromagnetici e che nel tempo si usurano e vanno gettati via.
A partire dal 15 agosto di quest'anno la lista degli oggetti da riciclare si allunga perché se ne aggiungeranno molti altri ad esempio, ciabatte multiple, bici elettriche, chiavette Usb.
Dove si buttano i RAEE
Saranno il doppio i volumi delle apparecchiature da gestire in Italia con un passaggio da 825.000 tonnellate immesse al consumo oggi ai due 2 milioni all'anno a partire dal 2018 (1,2 milioni di tonnellate in più). Ma come si smaltiscono, dove si buttano i nuovi oggetti? Intanto sottolineiamo cosa non fare, ovvero: non gettare i rifiuti elettrici ed elettronici nel sacco nero insieme ai rifiuti indifferenziati; non mescolarli con altri rifiuti, come la plastica o il vetro e non abbandonarli in cantina.
Questo tipo di rifiuti va messo da parte per poi essere consegnato, in primis, nelle isole ecologiche comunali, dove si trovano speciali contenitori che permettono di avviare i rifiuti a corretto riciclo. Più semplice ancora lasciare i RAEE nei negozi che vendono articoli elettrici ed elettronici (anche nei supermercati).
Successivamente, a gestire i rifiuti ci pensano particolari consorzi che si occupano di gestire il trasporto dei RAEE con appositi mezzi dai centri di raccolta agli impianti di trattamento. In questi luoghi, grazie all'impiego di speciali macchinari, i materiali di cui sono composti gli oggetti vengono separati per essere meglio smaltiti.
RAEE e nuovi posti di lavoro
La nuova normativa ha importanti risvolti socio-economici: perché ci saranno dai 13 ai 15 mila posti di lavoro in più, come riferisce Greenreport.it, circa 98/112 milioni di euro di valore economico associato alle emissioni risparmiate e 1.250 milioni di euro di risparmio nell'acquisto di materie prime. Solo se si raggiungeranno gli stabiliti target di raccolta che, come chiarisce la direttiva 2012/19/EU dovranno essere del 45% dell'immesso al consumo nel triennio 2016-2018, che salirà verso un obiettivo di raccolta pari all'85% dei Raee generati o al 65% dell'immesso al consumo, a partire dal 2019. I dati non sono incoraggianti poiché nel nostro Paese è avviato al riciclo solo il 40% dell'immesso al consumo.
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