Fallito il tentativo del premier Conte, scelto da Lega e movimento 5 Stelle, a causa del veto a Savona, Mattarella riceve l'economista per tentare la strada di un governo tecnico

di Gabriella Lax - E' salito al Colle da qualche minuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Carlo Cottarelli quello che potrebbe essere il premier tecnico. Si consuma così l'ultimo capitolo di una crisi che sembra non trovare soluzione.

Chi è Carlo Cottarelli

Non è un nome nuovo per il governo italiano Carlo Cottarelli, economista e già commissario alla spending review nel 2013 con Enrico Letta. Cottarelli è appena salito al Quirinale per ricevere da Mattarella il mandato a formare il governo tecnico, in grado di traghettare il Paese alle urne, possibilmente nel mese di ottobre.

La domenica del diniego a Conte

Sembrava tutto fatto domenica. Dopo qualche giorno di lavoro, il premier Giuseppe Conte, scelto da Luigi di Maio e da Matteo Salvini, aveva presentato al Capo di Stato l'elenco dei ministri per formare il nuovo Governo. Ma proprio ieri sera è arrivato il "no" di Mattarella. «Ho profuso il massimo sforzo, la massima attenzione per adempiere a questo compito - ha spiegato Conte dopo un'ora di colloquio con il Presidente Mattarella - ormai chiaro che tutto è saltato: il "governo del cambiamento" non si farà».

Un diniego, di cui si era detto nei giorni passati, posto dal presidente nei confronti del ministro all'economia in pectore Paolo Savona, scelto dal governo

M5s-Lega. Un ministro all'economia troppo "scomodo" per le posizioni assunte sull'Europa. Un personaggio troppo scomodo forse per un Paese che vive con la spada di Damocle dell'Unione Europea sul capo. Mattarella ha evidenziato «Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri presentate da Giuseppe Conte, tranne quella del ministro per l'Economia - la cui designazione - costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari».

No a Savona, le reazioni di Lega e 5Stelle

A caldo le reazioni di Lega e Movimento 5 Stelle. «Io alla dignità non rinuncio - ha affermato Salvini - posso rinunciare alle poltrone ma non posso rinunciare alla coerenza. Ce l'abbiamo messa tutta, ma non saremo mai servi e mai schiavi. Cambieremo questo Paese, insieme. Io non mollo amici, conto su di voi».

«Diciamocelo chiaramente che è inutile andare a votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating e le lobby finanziarie e bancarie. Non finisce qui». Questa invece la reazione a caldo di Di Maio e le "minacce" poco velate vengono presto spiegate. L'idea è di mettere in stato d'accusa il presidente della Repubblica.

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