Mai dare del 'pirla' a qualcuno. Per quanto il termine in dialetto meneghino possa sembrare birichino e troppo leggiadro per essere offensivo, e' meglio non utilizzarlo se non si vuole incorrere in guai giudiziari. Lo consiglia la Corte di Cassazione che, in una sua sentenza (la numero 4036/06), ha reso defintiva la condanna per ingiuria ad un 66enne di Monza, Gianfranco P., che si era rivolto a Giuseppe S., dandogli appunto del 'pirla' con l'aggiunta di 'bastardo'. Per la Suprema Corte, l'espressione, che gia' nel settembre del 2002 aveva portato il Guardasigilli Roberto Castelli a querelare Franca Rame, che margine di una manifestazione svoltasi di fronte al carcere romano di Regina Coeli si era rivolta al ministro dandogli del 'pirla', e' preferibile non usarla in quanto 'lesiva dell'onore e del decoro' della persona alla quale viene rivolta. Nel caso in questione, Gianfranco P. e' stato anche condannato 'alla pena ritenuta di giustizia' e al risarcimento dei danni alla parte offesa anche per minaccia perche', dopo aver dato del 'pirla' a Giuseppe S., gli si era avvicinato dicendogli 'adesso che non hai la divisa vieni con me che ti faccio vedere io..'. L'uomo, che gia' era stato condannato dalla Corte d'appello di Milano nell'aprile 2005, si e' rivolto invano alla Cassazione. La Quinta sezione penale, dichiarando 'inammissibile' il ricorso ha confermato come l'ultrassessantenne debba essere condannato non solo per avere offeso l'onore di Giuseppe dandogli del 'pirla', ma pure per minaccia in quanto 'ai fini della sussistenza della ipotesi criminosa - scrivono i supremi giudici- e' sufficiente che venga operata un'intimidazione prospettando ad altri un male ingiusto, non incidendo la circostanza della minore prestanza fisica del soggetto attivo salvo che sussista un'incapacita' di nuocere dell'agente immediatamente percepibile ed assoluta'.
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