di Gabriella Lax - Non saranno solo i grandi colossi come Facebook o Google a dover pagare la tassa sul digitale. Il chiarimento, nel corso della commissione speciale Tax 3, viene da Eduard Folch Sogas, membro della direzione generale alla fiscalità e dell'Unione doganale della Commissione Ue.
Web tax applicata a tutte le aziende
Anche una normale un'azienda se vende dati che gli utenti stessi producono sarà sottoposta automaticamente alla tassazione digitale, riporta Italia Oggi. Non si tratta di casi rari e isolati, come specifica la Commissione, nell'economia digitale il valore è spesso creato da una combinazione di algoritmi, dati degli utenti, funzioni di vendita e conoscenza. Quindi l'utente può «contribuire» alla creazione di valore di una società condividendo le sue preferenze su un forum o col like su una pagina.
Successivamente i dati saranno utilizzati per le pubblicità mirate, foriere di incassi alle aziende. L'idea della Commissione è di imporre la tassazione nel luogo fisico in cui sono stati sviluppati gli algoritmi pubblicitari usati dalla società.
Escluse dalla tassazione saranno le piccole società: oggetto della tassazione saranno, secondo la proposta, i soggetti che hanno una presenza digitale significata in uno stato membro Ue, quelli che superano la soglia di sette milioni di euro di entrate annuali, proveniente da servizi digitali in uno stato Ue, oppure che vantano più di 100 mila utenti che usano i servizi digitali prodotti, o più di 3 mila contratti aziendali per servizi digitali, un fatturato annuo globale superiore ai 750 milioni di euro o europeo sopra i 50 milioni di ero, allora si sarà sottoposti alla tassa sul digitale.
Ben si comprende che startup innovative nazionali e piccole aziende restano fuori dal novero. La Commissione ha precisato la volontà di raggiungere una soluzione Europea entro la fine dell'anno, ma spera che l'Ocse possa concretizzare gli sforzi dando una risposta globale entro e non oltre il 2020.