L'annuncio del ministro Grillo riguardo taglio ticket e liste d'attesa, due misure da programmare per facilitare l'accesso dei cittadini alle cure mediche

di Gabriella Lax - Taglio del ticket sanitario e delle liste d'attesa. Su questi provvedimenti è al lavoro il governo. Lo ha detto la ministra della Sanità, Giulia Grillo, intervenendo al summit dell'Organizzazione mondiale della Sanità Europa a Roma.

In manovra taglio del ticket sanitario e delle liste d'attesa

Il ministro Grillo ha spiegato che l'Esecutivo è al lavoro per un "decreto di emergenza" sui servizi in sanità. Un cambiamento che, a suo dire, passa dal «rilancio del servizio pubblico attraverso la riduzione dei ticket e la diminuzione delle liste di attesa sia per le visite che per le cure diagnostiche ha detto la ministra». La sanità italiana, chiosa il ministro, a causa dei tagli, si è trovata ad affrontare disfunzioni legate anche alla mancanza di personale sanitario specialistico. Tuttavia «le cure sono sempre state assicurate grazie all'impegno del personale». Anche questo è uno degli obiettivi sul quale il ministro promette impegno: «non è possibile - afferma - che per le cure i cittadini debbano aspettare tempi lunghissimi. Non sto parlando di un libro dei sogni, ma di un lavoro che abbiamo già cominciato attraverso un confronto con le parti in causa».

Ticket sanitario: chi lo paga e chi no

Ma chi paga attualmente il ticket sanitario? Il ticket va pagato per le prestazioni specialistiche, per quelle di pronto soccorso di codice bianco e per le cure termali. Non si paga invece per le vaccinazioni obbligatorie, per le donazioni di sangue e per gli esami utili per la diagnosi precoce o per la prevenzione collettiva. Non pagano il ticket i disoccupati, gli over 60 titolari di pensione minima o i familiari a carico appartenenti ad una famiglia con reddito complessivo inferiore agli 8.263,31 euro (che arriva a 11.362,05 euro se anche uno dei coniugi sia a carico dell'altro), i bambini di età inferiore a 6 anni e gli anziani con più di 65 anni (se il reddito non supera i 36.151,98 euro). Non pagano anche i malati cronici, i pazienti affetti da malattie rare, gli invalidi e le donne in gravidanza.


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