di Gabriella Lax - Il contributo per l'accoglienza ai migranti si riduce da 35 euro a 19-26 euro a persona. Vengono così meno l'insegnamento dell'italiano, l'assistenza psicologica, l'orientamento sul territorio. Dei servizi di integrazione e inserimento (che fino ad oggi spettavano a tutti i migranti che presentavano domanda d'asilo) potranno usufruire solo i titolari della protezione internazionale. Ma, così facendo l'Italia rischia una procedura d'infrazione sull'accoglienza dei migranti.
Migranti, contributo accoglienza da 19 a 26 euro a persona
Il taglio alle spese, fortemente voluto dal vicepremier Matteo Salvini e dalla Lega, è contenuto nelle nuove linee guida degli appalti per i servizi d'accoglienza, che passano da una media di 35 euro a circa 19-26 euro a persona. Nello specifico 19 euro per i centri più grandi, dove sono possibili maggiori economie di scala, e 26 euro per i centri più piccoli.
Dopo il tavolo di lavoro con Regioni, Comuni ed esperti del settore, le linee guida passeranno in un decreto del ministro dell'Interno che sarà inviato prima alla Corte dei Conti e, dopo l'ok, alle prefetture. In generale sono previsti 6 bandi-tipo per i servizi d'accoglienza, uniformi su tutto il territorio nazionale, in base alla grandezza dei Centri: 150 posti, 300, 600, 900, 1000.
Secondo Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento Immigrazione e Libertà civili del Viminale, come dichiarato all'Ansa: «La rivisitazione dei servizi di accoglienza nasce dalla direttiva emanata dal ministro il 23 luglio e dalle raccomandazioni della Corte dei Conti ed è frutto di una attenta analisi della realtà del fenomeno e della sua evoluzione: il numero dei migranti in accoglienza, seppure ancora significativo, ad oggi si è ridotto a 144 mila, i centri sono diversi per tipologie e dimensioni, i servizi andavano ricalibrati sulle singole realtà. Quello che è importante è che nulla è stato tolto: non sono stati toccati i servizi tesi a garantire la dignità della persona, dall'assistenza sanitaria alla mediazione linguistico culturale passando per i kit di ingresso, i pocket money e le schede telefoniche, mentre sono stati tagliati i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, riservati ai soli titolari di protezione internazionale».
Per Pantalone comunque non solo «nulla viene tolto», ma ai migranti vengono garantiti «tutti i servizi previsti dalle direttive europee per garantire la dignità della persona umana». Compresi «il servizio di assistenza alla persona ma anche l'assistenza sanitaria, preparazione pasti, lavanderia, igiene ambientale, kit di ingresso, pocket money e scheda telefonica (5 euro)». A saltare saranno «i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, perché questi vengono riservati ai titolari di protezione internazionale».
I contratti attualmente in essere resteranno validi: solo alla scadenza le nuove gare saranno fatte secondo i nuovi capitolati e avranno la durata di un anno.
Per il ministro Salvini «In pochi giorni - spiega - abbiamo messo ordine ad una materia che attendeva di essere ordinata da 10 anni. Abbiamo portato ordine, regole, serietà e trasparenza in un fenomeno dell'accoglienza che era diventato un mercimonio, un business fuori da ogni controllo, pagato dal contribuente - e conclude - chi vedeva l'immigrazione come una mangiatoia da oggi è a dieta e sono convinto che molti finti volontari non parteciperanno più ai bandi perché non ci sarà più da mangiare».
L'Italia rischia una procedura d'infrazione sull'accoglienza dei migranti
Con le nuove regole, i richiedenti asilo che non hanno mezzi di sostentamento potranno accedere soltanto ai centri governativi di prima accoglienza e ai centri di accoglienza straordinaria (Cas) predisposti dai Prefetti in ogni provincia. Tuttavia, questi centri di accoglienza non sono adeguati circa il rispetto dei requisiti minimi previsti dalla direttiva Ue sull'accoglienza dei richiedenti asilo. Per questo motivo, il nostro Paese rischia l'avvio di una procedura di infrazione considerato anche che da anni gli uffici della Commissione europea avevano richiesto un potenziamento e non, al contrario, un indebolimento dei servizi di accoglienza.