di Annamaria Villafrate - Il 9 novembre è stato depositato in Cassazione il disegno di legge del Popolo della Famiglia. L'iniziativa popolare, esercitata ai sensi dell'art 71 della Costituzione, chiede a gran voce l'istituzione dell'indennità di maternità per le donne che scelgono di lavorare solo a casa. Al via quindi la raccolta delle firme per presentare la proposta di legge in Parlamento. Un'iniziativa legislativa che fa sorgere qualche dubbio: desiderio di sostenere la maternità o tentativo di far rimanere le donne a casa ad allevare figli, lontane dal mondo del lavoro?
Proposta di legge d'iniziativa popolare
L'art. 71 della Costituzione riconosce al popolo il diritto di esercitare "l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli."
Ed è proprio questo il tipo di proposta di legge avanzata dal Popolo della Famiglia. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, occorrono 180 giorni per raccogliere le cinquantamila firme necessarie per presentare il disegno alle Camere.
Indennizzo di maternità: il testo dell'iniziativa popolare
Il testo dell'iniziativa popolare prevede l' istituzione dell'indennità di maternità per le mamme che decidono di lavorare solo in famiglia. Una sorta di reddito per le casalinghe, esentasse, ma anche senza coperture previdenziali, di 1000 euro al mese per i primi otto anni di vita di ogni figlio, che si trasforma in vitalizio dopo la nascita del quarto o di un bambino disabile e a condizione che non eserciti altra attività lavorativa.
Il disegno di legge, all'articolo 1 prevede letteralmente: "Si istituisce l'indennità di maternità per madri lavoratrici nell'esclusivo ambito familiare. Tale indennità, pari a dodicimila euro annui netti privi di carichi fiscali o previdenziali, è riconosciuta su richiesta da avanzare presso il Comune di residenza, alle donne madri cittadine italiane. La richiesta dell'indennità di maternità può essere avanzata dalle aventi diritto entro quindici giorni dalla nascita di un figlio (o figlia) o dalla sentenza di adozione che riconosce una maternità adottiva. Per ogni bambino può essere prodotta unicamente una domanda da una sola donna. Tale donna otterrà l'indennità di maternità per i primi otto anni di vita del figlio in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell'ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli. In caso di assunzione di impegni lavorativi esterni alla cura familiare, l'indennità di maternità si interrompe. La durata di otto anni riparte alla nascita di ogni figlio. Alla nascita del quarto figlio l'indennità riconosciuta alla madre diventa vitalizia.
L'indennità è vitalizia anche in caso di nascita di figlio disabile, sempre in occorrenza del pre-requisito della attività esclusiva di lavoro di cura familiare scelto dalla donna madre. Per l'indennità di maternità sono stanziati 3 miliardi annui dal fondo della presidenza del Consiglio per la famiglia e le pari opportunità nel triennio 2020-2022."