di Gabriella Lax - Il "diritto civile" al centro degli interessi, della discussione politica, del metodo di lavoro. Con questo fine è nato un "Movimento" che vuole occuparsi dei diritti delle persone fragili.
"Diritti in movimento", il progetto per la tutela delle persone fragili
Si tratta di un progetto (apartitico) che, secondo le intenzioni dei fautori, cercherà di analizzare la frontiera dei diritti soggettivi secondo un taglio, si legge nella presentazione illustrata da Paolo Cendon (ordinario di diritto privato all'università di Trieste), «ispirato alla franchezza, al realismo: con particolare attenzione per i motivi della quotidianità, dell'effettività. La condizione umana - si tratti di maschi, di femmine, di bambini - appare in effetti costellata di passaggi 'dinamico-relazionali' e di momenti 'statico-solitari': neo-posizioni da rifinire tutte, allora, su ambedue i versanti: la piazza e il buen retiro, il dentro e il fuori, il sole e l'ombra, gli strepiti e i ronzii nostalgici, più appartati». Una sorta di «registro 'promozionale', che esalti sempre la freschezza partecipativa, la fertilità individuale dei più deboli» poiché in gioco ci sono casa, lavoro, affetti, reddito, territorio, pensione, salute, assistenza, scuola, cultura, servizi, legami sociali, ambiente, tempo libero di ciascuno di noi. I valori di riferimento sono «quelli della Costituzione italiana e delle grandi Dichiarazioni internazionali. Solidarietà umana, coraggio, tolleranza nel confronto, rigore morale, impegno critico, ascolto, mitezza negli approcci».
Un lavoro battagliero per «cancellare - si legge in premessa - i soprusi o le disfunzioni che non ci piacciono». Sul piano legislativo, col sostegno parlamentare, si metteranno al centro riforme utili sui piani della fragilità, elaborando, dove serve, soluzioni territoriali per Comuni, Regioni ed enti locali; pensare alla possibilità della genesi «di un settimo libro del codice civile dedicato al diritto e alla fragilità», e, nel contempo, saggiare le possibilità di riforma del primo libro dello stesso codice «per dispiegare il grande cielo delle protezioni in maniera esaustiva, portando le buone pratiche nel diritto vivente».
La proposta principe del movimento è il cosiddetto "Progetto di vita", per consentire alla persona in difficoltà di «godere (pur dopo il venir meno dell'architrave familiare) di atmosfere e di cure ben calibrate sull'attuazione dei suoi sogni, sul presidio delle sue esigenze». Ancora col progetto s'intende rispondere a «necessità e ai desideri (magari occulti, invisibili) di una persona malestante, con seri deficit, priva del focolare domestico; risposta che strumenti come quello del Trust, dei Contratti di affidamento, dei Patrimoni vincolati, ex l. 112 del 2016, non forniscono in maniera adeguata: stante l'impostazione tutta economicistica, an-esistenziale, di cui risente quella legge».
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